Review Party: Recensione di “Introspettiva” di Serena Bilanceri ( + GIVEAWAY )

« E mentre la notte ti stava a guardare, la tempesta più grande era dentro di te. »

Quello di oggi è un Review Party un po’ particolare. Di poesie ne scrivo e ne leggo molte, ma ancora non mi era capitata l’occasione di consigliarvi qualche raccolta.

“Introspettiva” di Serena Bilanceri è il perfetto punto di partenza per chi vorrebbe approcciarsi al genere, una serie di 43 poesie volte a mettere a nudo la scrittrice. Gradualmente, il lettore è portato ad addentrarsi nella vita di una donna che non teme di svelare la sua forza, e nemmeno la sua debolezza. Partendo dalla zucca utilizzata come simbolo della nascita, Serena cresce ed esplora il mondo: ne esplora la fisicità, per creare la propria realtà interiore fatta di emozioni contrastanti e stanze labirintiche in cui perdersi. Ammiro come sia riuscita a ricreare e trasmettere sia le sensazioni gioiose sia quelle tormentate, date da eventi che non hanno bisogno di essere raccontati chiaramente.

Le poesie sono intervallate dalle opere pittoriche dell’autrice che compongono la serie “Cuoreinverso”.

Ringrazio caldamente Serena Bilanceri per l’omaggio e per la stupenda dedica.

Il libro è acquistabile a questo link, ma se volete tentare la sorte potete partecipare al Giveaway, seguendo le regole sottostanti.

GIVEAWAY

Oltre a compilare il solito form, basterà:
– Essere lettori fissi del blog
– Commentare tutte le recensioni del Review Party (trovate l’elenco qui sotto)

– Diventare fan della pagina dell’autrice

– Seguire Serena Bilanceri su Twitter
– Condividere

a Rafflecopter giveaway

Recensione: “Come l’ultimo rigore” di Alessia Esse

« Non sempre è tutto facile come con un esame andato male, per il quale esisterà sempre un altro appello, o come con una partita persa, per la quale esisterà sempre una gara di ritorno.

Per certe partite non esiste rivincita, e per certi errori non esiste un rimedio. »



A volte ciò che conta di più in una storia è il modo in cui questa viene narrata.

Entrare nella vita di Viola Costa, conduttrice del programma calcistico Fuorigioco, può sembrare l’inizio di un’avventura su carta come tutte le altre: una cena con le colleghe, una foto con i fan, qualche domanda a proposito del rifiuto alla proposta di matrimonio in diretta televisiva.
Dicono i rumors, per il suo amore storico: Lorenzo Ragone.

Di ritorno nella sua città natale, però, il passato della donna piomba prepotentemente davanti agli occhi. Così emerge Viola l’epilettica, sedicenne e appassionata di calcio. Osserva le partite della squadra del suo liceo, conserva l’immagine di Lorenzo che calcia il pallone in porta.
Non sa, al contempo, di essere a sua volta osservata proprio da lui.

Così, nel presente, Viola e Lorenzo si ritrovano di nuovo. Cercano di non dare peso agli anni trascorsi fino a quel momento, ma s’interrogano sul perché la loro storia non abbia funzionato.

Di nuovo, i ricordi riemergono, alternandosi dai giovani agli adulti, fino all’epilogo.

La forza di “Come l’ultimo rigore” è proprio questa: rendere i cliffhanger che dividono i capitoli talmente potenti da non poter interrompere la lettura. Ho iniziato il libro con il solo intento di leggere l’incipit, dopo poco mi sono resa conto di essere arrivata a tre quarti dalla fine.
I romanzi rosa non sono il mio forte, ultimamente mi sono ritrovata spesso a dirlo. Ma questo libro mi ha fatto piangere, sorridere, scosso per la tensione, addirittura.
Ed è tutto merito del talento di Alessia Esse, che con maestria tesse una storia lineare ma avvincente.

Attraverso Viola, la scrittrice rompe lo stereotipo che vuole la donna non interessata al calcio: rende questa passione una ragione di vita e la unisce a Lorenzo in un legame che sembra essere inscindibile. Questo elemento non danneggia la lettura: i riferimenti a eventi storici dello sport hanno fatto scalpore, è davvero quasi impossibile non averne anche solo sentito parlare.
Lorenzo è descritto come un ragazzo dolce e sincero, che ha bene in testa i propri obiettivi e cercherà di non farsi scappare le occasioni che potrebbero portarlo alla vita tanto desiderata, contando sull’appoggio della ragazza a cui non riesce mai a rinunciare, perché non ne vede il motivo.

Più che l’amore è il dolore a farla da padrone, un sentimento che farà crescere i protagonisti ma che non riesce nell’intento di dividerli.
Quando si ritrovano, Viola e Lorenzo hanno una nuova consapevolezza, che sarà determinante per l’esito della loro relazione.

Quello che desiderano tutti, alla fine, è un’emozione travolgente che per la prima volta trovo paragonata ad un termine tipicamente sportivo. Per la prima volta, perfetto nel suo essere insolito.

Alessia giunge al traguardo del decimo libro con successo e apprezzamento più che meritato. La ringrazio per avermi concesso di leggere in anteprima la sua opera.

“Come l’ultimo rigore” è disponibile da oggi, al seguente link.

Recensione: “Lolita in Love” di Pamela Geroni

« Per quanto possa essere difficile da accettare, per te, la verità è che non esiste una parola per tutto. Ci sono cose che eludono le definizioni, perché ci sono sfumature che non possono essere colte. Solo vissute. »

Vita dura per Rainbow Day, adolescente con una famiglia problematica e una migliore (e unica) amica che pensa solo a parlare dei suoi problemi.
Eppure, affronta le giornate, tra una discussione con il fratello e le sedute con la psicologa, apparentemente a testa alta.
Ma Rain sa di non mostrare chi è veramente, solo lei e il gatto Sparrow condividono il segreto nascosto nell’armadio della sua stanza. Quando sa di non essere vista, la ragazza indossa i vestiti della moda lolita: si rimira nello specchio, cura con estrema calma i dettagli del trucco e si bea della tranquillità della notte in un parco vicino casa.
Solo così riesce a guarire temporaneamente il senso d’inquietudine che la tormenta fin dall’abbandono della madre. Ma quando una sera s’imbatte nel misterioso Tristan, verrà spinta a risalire da quel pozzo buio e risolvere i propri problemi.
Conoscendo e amando da anni la cultura lolita non ho potuto fare a meno di avere gli occhi a cuoricino quando ho scoperto che quei vestiti fossero il simbolo della protagonista. L’atmosfera della storia è tipica delle trame adolescenziali e del genere Young Adult, emotiva, un po’ cupa e problematica ma a tratti divertente, specie con i battibecchi tra i due personaggi principali.
Fortunatamente, il romanticismo è ridotto ai minimi termini e le descrizioni dei personaggi non fanno presagire che siano i classici “strafigo da paura e so di esserlo” e “gnocca pazzesca per gli altri anche se io non ci credo”. Io lo so che esistete, vi vedo e vi evito senza alcuna pietà.
I dialoghi tra Rainbow e Tristan sono ciò che più di tutto ritengo essere sensuale: si scambiano opinioni sul vestiario, parlano di musica, citano passi di poesie per far emergere la propria anima. Non c’è niente di più sexy ed emozionante nel condividere con un’altra persona il personale mondo interiore, a tutto tondo.
Interessante è stato scoprire il colpo di scena legato all’identità del ragazzo, per nulla scontato o banale.
Rain riesce a trovare, attraverso un evento imprevisto, la forza di riuscire a dare finalmente una svolta al suo quotidiano ed iniziare a crescere e a guardare le cose da una diversa prospettiva. Non è perfetta e agli errori cerca un modo per porvi rimedio, sia per gli altri sia per sé stessa.
Nel complesso, la scrittura è semplice e scorrevole, così come la storia. Sono i dettagli che fanno la differenza e che hanno reso questo romanzo d’esordio una lettura godibile.
Ringrazio l’autrice per avermi dato la possibilità di leggere il suo libro, che potete acquistare a questo link

Cover Reveal: “Eleinda” di Valentina Bellettini

Oggi si svolge un evento particolare: una doppia Cover Reveal.
La serie di Valentina Bellettini si prepara alla rinascita, slegandosi dagli editori per diventare indipendente. Nel caso del primo volume “Eleinda – Una Leggenda dal Futuro” l’autrice ha svolto anche una profonda revisione con diverse aggiunte.
In attesa dell’uscita del romanzo (prevista a breve), cominciamo dal restyling grafico.

Eleonora sta per diplomarsi, e questa è l’ultima occasione per dichiararsi al suo compagno di scuola prima di trasferirsi da Verona all’università di Milano. È anche l’ultimo anno che deve sopportare un gruppetto di “bulle” che la rendono protagonista di episodi imbarazzanti.
A Milano, la European Technology sta attraversando la perdita del fondatore “I”: mentre l’egocentrico dipendente Davide Guerra cerca una ragazza con cui dividere l’affitto del suo appartamento, il dottor Brandi prende le redini dell’azienda, usando i laboratori per il compimento dei suoi piani segreti.
Nella frazione di Villapace, il nonno Salvo e il nipote Alessandro sono costretti ad affrontare una serie di eventi che minacciano il futuro della loro fattoria, compresa l’eventualità del giovane di abbandonare la vita in campagna per una fidanzata molto ambiziosa.
Ambientato tre stagioni (primavera, estate e autunno) prima degli eventi di “Eleinda – Una leggenda dal futuro”, il racconto narra le vite dei cinque protagonisti, inconsapevoli che le loro strade sono destinate a incrociarsi.
L’uovo di una creatura leggendaria si sta per schiudere.

Eleonora Giusti è sempre stata una ragazza sola fino al giorno in cui un drago geneticamente modificato è piombato nella sua vita.
A lui basta guardarla per condurla in una dimensione parallela in cui entrambi percepiscono reciprocamente i pensieri più intimi; le basta sfiorarla perché la pelle della ragazza assuma lo stesso colore della sua.
Ma è un’invasione che fa sentire Eleonora come mai si era sentita prima: capita, speciale.
Amata.
Non le importa se il drago è stato creato in un laboratorio della European Technology o se si tratta di un esperimento segreto il cui vero obiettivo ancora le sfugge.
Lei vuole proteggerlo, proprio come ha fatto il drago quando sono fuggiti dalla sede della E.T. a Milano.
Vuole stare con lui, perché da quando lo ha incontrato, la sua vita ha finalmente trovato un senso.
Vuole amarlo, perché superati i vent’anni non credeva più all’esistenza di un sentimento così puro e incondizionato.
È disposta a viaggiare per ogni continente, inseguire leggende, fuggire da una realtà opprimente, vivere sogni e incubi sulla sua pelle in nome di questa passione travolgente, a dispetto di ogni logica razionale.
Ma non ha fatto i conti con il dottor Brandi: il creatore del drago è deciso a riprenderselo con ogni mezzo pur di portare a compimento i suoi eccentrici piani.
Né uomini né draghi sono al sicuro.

A presto con il Release Party!

Blog Tour: “La fine del mondo arriva di venerdì” di Isabel C. Alley – Seconda Tappa

Buon lunedì! Pubblico questo post con grande emozione, non solo perché l’argomento della tappa del blog tour mi è molto caro, ma anche perché contribuisco a presentarvi il nuovo romanzo di una scrittrice che conosco fin dalla prima opera pubblicata.
Finalmente, Isabel C. Alley pubblica il suo quinto libro: “La fine del mondo arriva di venerdì”, di cui non vedo l’ora di scrivere la recensione.

Il blog tour è da poco iniziato, segnatevi le date e non perdetevi alcuna tappa:
Iniziamo!
Nota: Il testo che segue è stato scritto in prima persona dalla scrittrice.
La rievocazione storica
Avete presente le classiche fiere estive di paese? Quelle dove trovate gli accampamenti storici fatti di tende chiare e banchetti; quelle in cui potete vedere guerrieri impegnati in duelli, donne che tessono, fuochi accesi su cui vengono appesi pentoloni fumanti; quei luoghi dove potete ascoltare musica di flauti e tamburi serpeggiare tra la folla, e molto altro?
Sono sicura che tutti voi, almeno una volta nella vita, avete fatto visita a un luogo simile, che fosse una semplice sagra degli antichi mestieri o una festa rinomata in un castello medievale. Alcune volte, probabilmente, in questi vostri giri turistici vi sarete imbattuti in una “rievocazione storica”. Ma che cos’è di preciso una rievocazione storica?
Può essere definita in diversi modi, a seconda del punto di vista da cui la si guarda. Se siete visitatori, per voi è una festa in cui si mangia, si balla, ma soprattutto si impara divertendosi. Per chi partecipa come figurante, è un’immersione a 360 gradi nella storia del secolo rievocato. In questa tappa del blogtour dedicato a “La fine del mondo arriva di venerdì” vi parlerò di una tipologia specifica di rievocazione, quella in cui la protagonista Giulia si ritrova catapultata grazie alla sua nuova coinquilina, Lia, e dove, per fortuna o per sfortuna, troverà l’amore: la rievocazione celtica.
Innanzitutto, perché ho scelto la rievocazione celtica come ambientazione per la storia di Giulia? Perché ne faccio personalmente parte e la conosco molto bene. Sono da diversi anni in un gruppo di rievocazione, la Teuta Foionco (sito web: http://www.teutafoionco.it/), perciò vi descriverò dal mio punto di vista tutti gli elementi che compongono queste manifestazioni che uniscono storia, divertimento e natura. Tutte le feste che vengono citate in “La fine del mondo arriva di venerdì” esistono davvero, quindi quale occasione migliore per venire a scoprire cosa ha vissuto Giulia nei paesi di Monterenzio, Marzabotto e Modena? Ecco a voi un breve viaggio in questo mondo così vicino a noi, tanto da poterlo toccare.
Organizzazione della festa

Alcune delle rievocazioni celtiche (non tutte, ma quelle che più interessano ai fini della storia di Giulia) sono delle feste che si svolgono solitamente in un parco pubblico, un luogo che permetta alle associazioni partecipanti di allestire il proprio campo storico al riparo dell’ombra offerta dagli alberi. Il periodo storico interessato abbraccia diversi secoli, (per darvi un’indicazione, quello specifico della mia associazione riguarda i secoli IV e III A.C.), di cui potete vedere riproposta la vita dei clan gallici italiani ed europei.
In ogni rievocazione storica, ci sono due elementi principali che non possono mai mancare: la zona storica e la zona del mercatino. Quest’ultima è un semplice susseguirsi di banchetti che vendono oggetti a tema: gioielli, soprammobili, libri, cibo e bevande, più o meno coerenti con il periodo storico di cui tratta la festa. È il modo che il pubblico ha per portarsi a casa un “souvenir” della giornata trascorsa all’aria aperta. Ciò che a noi qui più interessa, però, è la parte storica della festa.
La manifestazione è fatta da tante Teute (letteralmente famiglia in gaelico), associazioni culturali più o meno grandi che si occupano di riportare al pubblico ciò che era la vita quotidiana nell’epoca dei celti. Ognuna di loro allestisce il proprio accampamento fatto di tende, pelli di animale e tavoli e offre ai visitatori la possibilità di vedere ciò che succedeva all’interno di esso in tutte le mansioni quotidiane: dalla preparazione del cibo dell’epoca, alla lavorazione di oggetti di uso comune da parte degli artigiani. Si possono trovare donne che creano passamanerie di lana con le loro mani, guerrieri che si preparano per duelli e battaglie, ma soprattutto si può imparare, e non sui libri come succede a scuola. Ogni associazione solitamente ha uno specifico settore di cui si occupa, approfondito in modo da poter rispondere a tutte le curiosità che il mondo moderno può far sorgere su quello antico: cucina, tessitura, giochi, musica, lavorazione del vetro e della ceramica, creazione di monili e di armi, medicina, organizzazione bellica… si può macinare la farina e preparare il pane, tirare con l’arco, costruire il proprio gioiello, ce n’è per tutti i gusti. Le attività sono sia per grandi e piccini, in un percorso libero che può essere visto da vicino e toccato con mano.
Chi sono i rievocatori storici?

Sono persone comuni, che nella vita di tutti i giorni studiano all’università, lavorano in ufficio, hanno una casa e una famiglia. Alcuni considerano la rievocazione storica quasi uno stile di vita, ma per la maggior parte di loro è un hobby, come può essere il praticare uno sport o fare volontariato.

Sono amici di tutte le età uniti da una passione comune, la storia, che approfittano di questo contesto per stare insieme e per fare conoscere agli altri nuove curiosità sull’antico mondo dei celti. Li troverete nei campi storici a ridere e scherzare, o seri quando si caleranno nella parte a loro assegnata per lo spettacolo serale o per la battaglia campale della domenica pomeriggio. Saranno sempre disponibili a risolvere i vostri dubbi e le vostre domande, completamente immersi nell’ambiente del periodo rievocato. Non troverete mai addosso a loro oggetti moderni come orologi o smartphone. Il loro abbigliamento sarà quello riscoperto dai ricercatori, riprodotto nei minimi dettagli, e l’ambiente in cui vivranno per la durata della festa (solitamente un weekend) permetterà a loro di trasformarsi in una vera popolazione gallica.
E la sera?

Al calar del sole, la festa di certo non termina, né per il pubblico né per i rievocatori. Dall’ora di cena fino alla mezzanotte, l’area della manifestazione si riempie di concerti, fuochi e spettacoli, un altro modo per i due mondi della rievocazione di mescolarsi e interagire. 
Potete ascoltare le canzoni di gruppi musicali a tema, osservare duelli e spettacoli teatrali, sentire il calore della pira rituale che porta a termine la giornata, il tutto immerso nell’atmosfera del mondo che fu..

 

 A presto con la recensione!