Blog Tour “Il richiamo del sangue: Van Helsing #1” di Gianmario Mattei – Prima Tappa

Benvenuti nel Blog Tour della nuova opera targata Segreti in Giallo Edizioni, “Il richiamo del sangue: Van Helsing #1” di Gianmario Mattei.
Il materiale per la creazione della tappa  è stato gentilmente fornito dalla casa editrice.
Boudjiewin Van Helsing: il primo della stirpe dei cacciatori di vampiri
Chiunque abbia letto il “Dracula” di Stoker è rimasto inevitabilmente affascinato dall’ingegno del suo prodigioso e soprannaturale protagonista, Dracula, e dal suo antagonista, l’umanissimo medico olandese Abraham Van Helsing, che ha come armi solo l’intelligenza, le sue conoscenze da medico miscelate alla perfezione con le scienze occulte ed esoteriche. 
Protagonista e Antagonista sono legati tra loro da un file sottilissimo e impalpabile, che viene teso dalle loro incredibili volontà. 
Ancora una volta, però, anche in questo confronto è il personaggio di Van Helsing a prevalere: in tutta il decorso della narrazione, non manifesta mai esitazione e le cui deduzioni, o i suoi consigli, risultano sempre esatti. In molte occasioni Abraham riesce addirittura ad anticipa in maniera straordinaria le intenzioni di Dracula, come se lo conoscesse alla perfezione o avesse avuto a che fare già in passato con esseri del genere, i vampiri. 
È da questa riflessione che è nata la mia idea di approfondire la figura di Abraham Van Helsing, intessendo una creazione letteraria non incentrata esclusivamente su di lui ma sull’intera famiglia da cui discende. Creare una sapienza “soprannaturale” che da un avo all’altro sia stata tramandata nel corso dei secoli forgiando abili ed esperti cacciatori, non di vampiri, ma di oscurità e verità. 
Come ogni cosa, anche questo progetto aveva bisogno di un inizio, di un assaggio che fornisse con rapide pennellate il come e il quando i Van Helsing si siano imbattuti per la prima volta nei vampiri.
Boudjiewin, protagonista de “Il richiamo del sangue”, non è semplicemente il primo dei Van Helsing che hanno bevuto a piene mani dalle acque dell’occulto: Boudjiewin è la radice condizionate il futuro dell’intera famiglia con tutti gli errori o gli sbagli dettati dall’umanità.
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Blog Tour: “Il mistero dello Stradivari scomparso” di Millie Oliver – Intervista all’autrice

La tappa odierna del Blog Tour riservato alla pubblicazione più recente della Segreti in Giallo Edizioni è dedicata a Millie Oliver, l’autrice de “Il mistero dello Stradivari scomparso”. Di seguito trovate l’intervista, piena di informazioni e curiosità!
Conosciamo un po’ meglio l’autrice di Maggie Scoop.  
Quando hai cominciato a scrivere? 
Non ricordo come e quando sia successo. Direi che è stato un processo naturale, perché ho sempre scritto sin da bambina. A un certo punto della mia vita ho iniziato a farlo in modo sistemico, dando una struttura alle parole che mettevo in fila una dietro l’altra e sono nate le mie prime storie.
Quando e come è nato il personaggio di Maggie Scoop? 
Maggie è nata un paio di anni fa. Non mi divertivo più a scrivere, poi un giorno mi è capitato tra le mani un giallo per ragazzi e mi si è aperto un mondo. Una storia leggera, ma per nulla banale e adatta a tutte le età. Mi sono avvicinata alla letteratura per ragazzi e per l’infanzia da quando sono diventata mamma. Cercando libri adatti al mio bimbo sono diventata io stessa lettrice e ho iniziato a sognare a occhi aperti una storia così. Prima di iniziare a progettare ho iniziato a studiare a fondo il mondo della narrativa per ragazzi.
Ti sei ispirata a qualcuno in particolare per crearlo? 
Come dicevo ho letto tanti libri per ragazzi per capire il linguaggio con cui comunicare con loro, ma non so dire se mi sono ispirata a qualcosa in particolare. Come ogni mia storia credo che anche Maggie sia l’insieme di tante scintille di creatività. Volevo un personaggio curioso e che fosse predisposto a indagare, di qui l’idea di creare una giornalista in erba. Io stessa ho fatto parte del giornalino scolastico sin dalla quinta elementare. Volevo però un personaggio forte, nonostante le debolezze e le incertezze tipiche dell’età. Per capire queste dinamiche ho iniziato a osservare gli adolescenti vicino a me, fino a quando un giorno ho letto un articolo sul ritrovamento di un antico violino Stradivari ritrovato in un baule. Secondo alcune ricerche era stato rubato anni prima. Da lì ho costruito la storia, ovviamente che non c’entra nulla con quella dello Stradivari vero. Ma la fantasia è meravigliosa perché ci permette di creare dei mondi verosimili e ho immaginato una ragazzina nella metropolitana inglese con lo smartphone in mano, intenta a pensare ai suoi sogni. Le tessere del puzzle hanno iniziato a incastrarsi ed è nato il personaggio di Maggie Scoop. Anche la scelta del cognome non è casuale,.
Perché la scelta di ambientare il romanzo in Inghilterra?
Ho scelto l’Inghilterra per due motivi: conosco molto bene Londra e amo qualsiasi romanzo sia ambientato lì, contemporaneo o storico. Da qui la decisione di ambientare tutta la storia a Londra.
L’Unione fa la forza. Nel romanzo è evidente l’importanza che rivestono l’amicizia e il lavoro di squadra. Maggie, Stella e Peter possono essere un buon esempio per i ragazzi. Parliamone. 
I legami che si formano a scuola tendono a essere quelli più duraturi e mi sembrava importante dare questo messaggio. Il tema dell’amicizia è centrale quanto quello della realizzazioni dei propri sogni all’interno del romanzo, uno sprono a chiedere sempre aiuto e a fare squadra. Del resto, la scuola e la famiglia dovrebbero insegnare anche questo ai ragazzi. I libri sono un intrattenimento, ma devono offrire anche spunti di riflessione. Per questo il tema in ogni libro è importante quanto lo sviluppo della trama.
Questo è un giallo per ragazzi, ma senz’altro è una gran bella lettura anche per un lettore adulto. Cosa ne pensi? 
Forse ho già risposto, ma ci tengo molto a questo aspetto. La narrativa in generale non dovrebbe avere età. I libri non possono vivere in compartimenti stagni e soprattutto i libri per ragazzi possono essere un’ottima lettura per gli adulti. Io stessa, in questo periodo, ho riscoperto i grandi classici per ragazzi. Parlando con una mia amica ho riscoperto Michele Strogoff di Jules Verne, non mi è mai capitato di leggerlo e ho deciso di recuperarlo. Oltre ai grandi classici, esistono tante storie di autori contemporanei belle per qualsiasi età anche romanzi gialli, ovviamente non cruenti come alcuni della classica narrativa di questo genere.

Recensione: “Il mistero dello Stradivari scomparso” di Millie Oliver

Spinta dalla grande passione ereditata dal padre e dal nonno, Maggie Scoop trascorre la sua giovinezza alla ricerca di un caso investigativo da risolvere e di cui poter pubblicare la notizia su un giornale. Per seguire il proprio sogno finisce nella Talents Academy di Londra, dove inaspettatamente le si presenterà la più grande delle occasioni: chi si nasconde dietro al furto dello Stradivari appartenente alla sua insegnante?

Con questa nuova pubblicazione, la Segreti in Giallo Edizioni si apre al mercato della narrativa per giovani, e lo fa attraverso un’autrice che con uno stile semplice e scorrevole sa arrivare dritta al punto. Complici l’età della protagonista e la caratterizzazione dei personaggi e dell’ambiente circostante, l’opera ci Millie Oliver si fa strada nella mente del lettore offrendo una storia originale e intrigante, arricchita da illustrazioni che incorniciano i vari capitoli.
Da adulta ho saputo apprezzare questo libro e sono certa che i bambini e i pre-adolescenti potrebbero rimanere affascinati da una trama che li fa ragionare, conducendoli attraverso l’occhio di Maggie tra ipotesi, fallimenti e successi. La protagonista è solare, grintosa e determinata a raggiungere i propri scopi. Un bell’esempio da emulare.

“Il mistero dello Stradivari scomparso” di Millie Oliver è consigliato come regalo ai propri bambini e nipoti, una lettura da leggere in compagnia che crea un’avventura fantastica attraverso lo sviluppo della deduzione.

Review Party: Recensione di “Scarti” di Aleida Blue

Può un fraintendimento rovinare la reputazione di una persona? 
Questo è ciò che capita a Irene, donna in carriera che si ritrova coinvolta nella misteriosa sparizione del collega Enrico. Quando viene ritrovato morto sulla riva del fiume, le accuse ricadono tutte su di lei, essendo stata l’ultima persona ad averlo visto vivo. Ad aggravare la situazione è una busta, contenente delle foto compromettenti dei due. Ma Irene ama il marito e ha sempre visto in Enrico un buon amico. Sconvolta dagli eventi, la donna dovrà fare di tutto per mantenere i nervi saldi e venire a capo della situazione, per scagionare sé stessa e riappropriarsi della propria vita.
Con “Scarti” Aleida Blue vuole insegnare ad andare a indagare sempre oltre le apparenze. Ciò che si può scoprire può sorprendere e scioccare, ma al tempo stesso può rivelare lati di una persona che mai si sarebbe pensato di poter conoscere. Attraverso uno stile semplice e diretto, l’autrice ha scritto un thriller scorrevole e lineare, piacevole da leggere e d’intrattenimento anche per il lettore meno vicino a questo genere.
Le dinamiche sono sempre più inspiegabili e confuse, così come l’identità dell’assassino che rischia di rimanere celata dall’oblio. Le ipotesi si accavallano e la curiosità aumenta, tra intrighi, segreti e misteriose identità che vogliono a tutti i costi incastrare Irene, pur di uscire puliti e non compromessi. Anche dai propri stessi desideri. 

Recensione: “I Tredici” di Irene Lorelai Visentin

Se c’è qualcosa di più terrificante dell’orrore legato al paranormale e all’inspiegabile, lo si deve andare a ricercare nelle profondità dell’animo umano e con ciò che razionalmente non si riesce ad accettare. 
Questi “Tredici”, che danno titolo alla prima raccolta di racconti della Segreti in Giallo Edizioni, sono soggetti apparentemente comuni, con desideri, paure e peccati apparentemente comuni. Eppure, qualcosa scava nelle loro menti fino a tirare fuori il peggio anche dall’intenzione più innocente, trasformando ogni singola situazione nella più brutta che potessero sperimentare. Al tempo stesso, però, è come se ognuno dei protagonisti ne uscisse in qualche modo purificato, come se dal loro personale trauma trovassero comunque un’evasione che se dall’esterno può sembrare un epilogo inquietante, tragico o inaccettabile, per loro rappresenta una liberazione e un modo per convivere meglio con sé stessi.

La narrazione di ogni storia è enfatizzata dallo stile dell’autrice, che nel suo essere precisa e pungente crea la giusta atmosfera horror e fa tremare a ogni pagina. Al tempo stesso, la curiosità cresce per ogni racconto letto e per l’attesa di passare al successivo e scoprire cos’altro si è inventata per colpire e sorprendere.

Tra i miei preferiti spiccano soprattutto i primi due racconti, “Anita” e “Magda”. Un desiderio oscuro ossessiona la prima, così come una paura morbosa tormenta la seconda. Quasi all’opposto ma con soluzioni finali egualmente scioccanti.

Quello della Visentin è un debutto letterario vincente e promettente. Sono davvero curiosa di leggerla su altri progetti e spero che possa far conoscere il suo talento quanto prima.