Recensione: “Storia di Cento Occhi” di Stefano Tevini

«I cavi, una nebbia di vasi capillari di rame rivestiti di gomma, convogliano un intero sistema nervoso periferico fatto di ottiche di precisione e microfoni ambientali in un cordone ombelicale innestato qui, nel mio grembo di acciaio e plexiglass»

Per propria stessa natura, l’uomo va alla costante ricerca del luogo in cui sentirsi più al sicuro. Spesso una casa, ma a volte anche una persona. Più raramente, al di fuori perfino del personale corpo. Un involucro che sta stretto, che fa sentire inadeguati, che spinge a fuggire e trovare rifugio altrove. È così che nasce A.R.G.O., il cui unico scopo è quello di sorvegliare la città e mantenerla sicura e protetta.

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