Review Party: Recensione di “Il Marchio del Sole” di Ornella Calcagnile

« Di fronte a quella scena, alla sua bellezza nella luce prima di bruciare, al suo sorridere al pensiero di raggiungere mio padre e al gesto di tenere la foto del suo matrimonio tra le mani fino al suo ultimo respiro… capii che c’era qualcosa di sbagliato, in noi. »

Laurie vorrebbe poter vivere una vita tranquilla, quasi nell’anonimato. Eppure nasconde un terribile segreto e il trasferimento all’Hidden Knowledge Manor College in Massachusetts potrebbe finalmente far luce sulle ombre del passato.
Ma altro di oscuro si cela tra quelle mura e spinge per emergere. Incredibili creature sovrannaturali affollano il nostro mondo tra sacrifici e morte. Il rituale denominato il Marchio del Sole potrebbe essere la chiave per un nuovo potere senza precedenti.
Conoscevo già in precedenza Ornella Calcagnile e ho intrapreso la lettura della sua nuova opera curiosa di scoprire cos’altro fosse scaturito dalla sua immaginazione. Mi aspettavo una storia fantastica, con risvolti occulti e mistici, che sapesse intrattenermi e intrigarmi.
Purtroppo però mi sono dovuta arrendere al fatto che non fosse così. Le vicende che ruotano attorno alla protagonista si svelano agli occhi del lettore in un modo totalmente sconclusionato, come se tra un capitolo e l’altro non ci fosse un nesso e avendo come conseguenza solo confusione nella testa di chi legge. Le relazioni tra i personaggi non sono verosimili e per nulla emozionanti, così come quelli che dovrebbero essere i colpi di scena, che non sortiscono l’effetto desiderato. Se quello che poteva salvare il tutto è il talento di scrittura della Calcagnile, purtroppo in questo caso non ha saputo convincermi. Ho trovato uno stile piatto e acerbo, una poca cura nelle descrizioni e totale assenza di trasporto nel ritmo narrativo.
Mi dispiace molto aver iniziato il 2020 con una lettura del genere, soprattutto perché, come dicevo prima, Ornella Calcagnile la conosco e avevo apprezzato di lei proprio lo stile di scrittura. Purtroppo qui ho riscontrato un brusco e inspiegabile calo di qualità su tutti i fronti che non mi permette di consigliare il suo nuovo libro. Piuttosto, recuperate “Il tocco dell’aldilà” o “Wolves Coast”, di cui trovate la recensione nel sito. Un lavoro più approfondito avrebbe potuto aumentare di gran lunga il livello del libro nel suo complesso.
Sperando in una nuova storia che sappia conquistarmi, auguro comunque alla scrittrice un grosso in bocca al lupo per questa sua nuova avventura con la Nativi Digitali Edizioni.

Review party: Recensione di “Wolves Coast” di Ornella Calcagnile

« Volevo amare ed essere ricambiato, provare passione e sentire un contatto fisico. Aspiravo semplicemente a sentirmi completo. »

Ornella Calcagnile torna nel panorama letterario con una nuova storia dalle tinte fantasy e romance: “Wolves Coast”, edita da Dunwich Edizioni e disponibile alla vendita da oggi!

Emily Owen inizia la sua nuova vita allontanandosi da tutto e da tutti: si trasferisce a Wolves Coast, dimora di una comunità indiana in mezzo alla natura incontaminata. Dopo un incidente, fa la conoscenza di Howi, bel diciottenne che la soccorre e poi si offre di farle da guida del posto. Pian piano il loro rapporto si intensifica, in un clima di spensieratezza e positività che però si scontra con le difficoltà del passato di entrambi. In qualche modo, con i loro incontri, cercano di non pensarci e farsi forza a vicenda.
La tranquillità sembra quindi potersi posare sulle loro vite, ma a Wolves Coast nulla è come sembra. Leggende, antagonisti e antiche rivalità sussurrano alle persone attraverso il vento, ricordando loro che esistono, più o meno silenti. Le tradizioni indiane sono affascinanti, danno un senso di tepore e accoglienza, che al contempo contrasta con una crudeltà e fermezza inflessibili.
Questo si vede molto tra le due comunità del North e del South Wolves, che vivono in apparente equilibrio, fino a quando non giunge la goccia che sa scatenarli. Entrambe sono custodi di un mistero che fonda le proprie radici in tempi antichi, mescolandosi sia alla storia che alla magia.

Questo aspetto mi ha inevitabilmente ricordato la tribù dei Quileute nella saga di Twilight: uno dei pochi elementi che mi sono davvero piaciuti (ho odiato Jacob e come si sia intromesso nell’intera storia).

Howi è un personaggio per cui ho provato tenerezza: nonostante la sua giovane età si atteggia a uomo maturo ed indipendente, anche se non può fare a meno di sottostare ai voleri del padre e al legame con gli altri membri della famiglia. Quando giunge il momento di lottare e di stare accanto a Emily, saprà spigionare una forza sorprendente, che va al di là di quella fisica.
Il loro rapporto nasce e si trasforma in breve tempo, colto da una purezza e sincerità inaspettate. Non hanno intenzione di continuare a soffrire, sentono che insieme possono finalmente guarire. Sul nascere, il loro amore troverà degli ostacoli, apparentemente invalicabili, faticosi e temibili.

La più grande passione di Emily è la fotografia, attraverso cui si esprime e può sentirsi libera: questo, si riflette alla perfezione nella scrittura di Ornella, che in modo diretto e scorrevole è riuscita a scattare nella mia mente delle immagini nitide dell’intera storia. Nel leggere “Wolves Coast” ho avvertito sulla pelle la sensazione della brezza marina, del caldo e del freddo; sono riuscita a sentire le onde scagliarsi contro gli scogli e il profumo del bosco dopo una tempesta. La natura si è materializzata intorno a me, dall’inizio alla fine.

Una storia semplice ma che sa come conquistare il lettore e intrappolarlo a sé.