Review Party: Recensione di “La rovina dei re” di Jenn Lyons

Il giovane Kihrin divide le proprie giornate tra il rubacchiare per la sopravvivenza e il guadagnarsela come apprendista bardo tra le vie della città. Intrufolandosi in una nuova abitazione da depredare, s’imbatte inaspettatamente in un demone che lo marchia, condannandolo. A complicare la situazione viene poi rivendicato come figlio perduto della dinastia reale, che se da un lato per lui potrebbe essere positivo per le ricchezze acquisite, dall’altro sarà da quel momento costantemente in balia degli intrighi famigliari. Diventato schiavo delle creature scese in battaglia, Kihrin si troverà in balia degli eventi e della legge del più forte, alla ricerca della spiegazione di una profezia che potrebbe salvare o condannare il mondo.
Ciò che maggiormente sorprende del libro di Jenn Lyons è il risvolto inaspettato che la trama prende da un dato punto in poi. Tra una descrizione e l’altra si forma gradualmente la persona di Kihrin, che nonostante una vita piena di difficoltà cercherà sempre di mantenere una sua integrità morale, anche se questo risulterà più difficile del previsto da realizzarsi. Kihrin vive uno sconvolgimento dopo l’altro senza controllo, dal marchio del demone all’entrata nella famiglia reale. Nonostante dovrebbe essere abituato alle azioni subdole, si troverà ad affrontare una realtà falsa e corrotta che inizialmente lo disorienterà e a cui sembra impossibile adattarsi per poi sconfiggere. 
Quella de “La rovina dei re” è una storia classica del genere fantasy con l’aggiunta di particolari colpi di scena che elettrizzano e rendono impossibile abbandonare la lettura.