Blog Tour: “La Quinta Stagione” di N. K. Jemisin – Il mondo chiamato Immoto

Amo, dei libri che leggo, l’emozione travolgente che nasce, cresce e mi accompagna anche successivamente alla lettura. Questo mi fa capire se davvero un’opera è meritevole e quanto sia in mio dovere diffonderne la bellezza.
Grazie alla Mondadori, oggi vi parlo in anteprima di “La Quinta Stagione” di N. K. Jemisin, vincitrice di tre Premi Hugo, ovvero il riconoscimento letterario più importante per i romanzi fantasy e fantascientifici.
In particolare, questo articolo tratta un approfondimento sull’ambientazione in cui la storia è calata. La  mia recensione uscirà nella giornata di domani.

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Blog Tour: “Anarchy” di Megan DeVos – Il mondo dopo la Caduta

Benvenuti nella terza tappa del libro scritto da Megan DeVos, dedicata al worldbuilding in cui la storia è ambientata.
La civiltà come la si conosce ora non esiste più e il mondo è conseguentemente andato in pezzi. Questo è lo scenario apocalittico che viene presentato in “Anarchy”. 
I potenti sono crollati sotto le loro stesse risorse, facendo collassare l’economia, riducendo le città in cenere e costringendo l’umanità a vivere una quotidianità retrograda rispetto allo standard raggiunto fino a quel momento. La Caduta rappresenta un punto d’inizio drammatico ma inevitabile. Ha in sé il suono delle bombe che cadono, il sapore del sangue di chi cerca disperatamente un riparo, il volto freddo e inespressivo di chi, invece, non ce l’ha fatta. 
La gente è costretta a sopravvivere, aggregandosi in villaggi, combattendo gli uni contro gli altri per possedere quante più provviste possibili. mentre l’elettricità, le medicine e quel poco di tecnologia che resta scarseggiano sempre più. Le città, ormai in rovina, non sono più sicure, ora popolate soltanto dai Bruti, i più spietati e pronti a tutto pur di avere salva la vita. La fiducia nel prossimo è soltanto un ricordo lontano, perché ora attaccare gli altri accampamenti è la priorità assoluta.
Proprio in una di queste operazioni di saccheggio, Hayden e la sua squadra lasciano il proprio campo, Blackwing, il più letale, per raggiungere quello di Greystone, sperando in un ricco bottino. Il ragazzo non può immaginare che ciò che di lì a breve sarebbe diventato più prezioso per lui è Grace, misteriosa donna che le punta l’arma contro e che ha un’unica regola, così come tutti: se si trova un nemico dentro il campo, lo si uccide. 

Blog Tour: “Una volta è abbastanza” di Giulia Ciarapica – L’importanza della famiglia

“Una volta è abbastanza” di Giulia Ciarapica è una storia dove dramma, gioia e amore s’intrecciano fino a far nascere emozioni e riflessioni nel lettore che si appresta alla lettura. 
C’è un elemento fondamentale nel libro, che spicca ed è traino delle azioni dei personaggi: il legame famigliare. L’agonia straziante della guerra si riflette nella necessità di rimanere uniti e nell’affrontare il futuro, ciò che c’è dopo, con la certezza di non essere soli. Ci si sforza di tornare ad un quotidiano semplice, ripetitivo, ma tranquillo e senza troppe preoccupazioni. Così, si viene catapultati nella vita di tre famiglie: Betelli, Verdini e Bigini. In un piccolo paese come Casette d’Ete è normale che ci si conosca bene o male tutti, che la gente mormori, che i fatti vengano presto alla luce: la conseguenza più solita è la rottura o congiunzione dei rapporti. Una famiglia dovrebbe essere la certezza massima per ogni persona, e anche quando non è presente sai che potrà essere sempre con te. Un po’ come il filo rosso del destino, se vogliamo.
I Betelli e i Verdini si collegano irrimediabilmente con l’unione tra Giuliana e Valentino. Questo è qualcosa di inaspettato, ma tanto intenso e reale da poter sconfiggere anche le più grosse difficoltà che negli anni i due dovranno affrontare. I bei momenti, come un matrimonio o una dolce attesa, si uniscono a eventi devastanti, come la rottura di un rapporto o una morte improvvisa. E quando un membro non ce la fa a sostenere il peso, arrivano in soccorso tutti gli altri per alleviare la sofferenza. Come per Rita, che con i Betelli non ha legami di sangue, il cui fulcro esistenziale diventa la tristezza e l’ossessione per la famiglia Bigini, in grado di devastarla per anni, trova come unico appiglio il rapporto di amicizia che ha con Giuliana e Annetta e che le da forza quando anche lei stessa crede di non avere più energie per arrivare al giorno seguente. Spesso, ricchezza e povertà, possibilità e impedimenti, mentalità retrograde e progressiste, sono poli così opposti che non riescono a trovare un punto d’incontro, facendo ricadere le conseguenze dello scontro su chi in quel momento è il più debole. 
Il rapporto più interessante narrato nel libro è sicuramente quello tra le sorelle Betelli, Annetta e Giuliana. Come nel più classico dei legami fraterni, le due donne sono l’una l’opposto dell’altra: intraprendente e selvaggia la prima, seria e riflessiva la seconda. Sono quasi sempre alle prese con qualche discussione, come viene ribadito dalla scrittrice, ma sembra non esserci nulla che possa separarle davvero. Ma quando ci si mette in mezzo il fallimento e il tradimento, la mente viene annebbiata dall’odio e dal dolore, le parole si perdono nel vento, fino a scomparire. E il legame si spezza davvero, come quel paesino ancora dilaniato dalle conseguenze della guerra. Le finestre rotte, le facciate delle case annerite, tutto diventa lo specchio di un amore morente, destinato a spegnersi. Solo quando si mette da parte tutto e si fa il primo passo si può ricominciare a guardarsi negli occhi e a comunicare. Anche se per questo ci si può impiegare anni, non è mai troppo tardi per ottenere il perdono da una parte e saper far cadere il muro attorno al cuore dall’altra.
Questo e molto altro lo troverete descritto in “Una volta è abbastanza” di Giulia Ciarapica. Date una possibilità a questa storia e alla sua meravigliosa creatrice, non ve ne pentirete di certo.

Blog Tour: “La leggenda del libro sacro – L’Ondebrah” di Teresa M. Desiderio – Quinta Tappa

Benvenuti nella quinta tappa dedicata a “La leggenda del libro sacro – L’Ondebrah” di Teresa M. Desiderio.
L’analisi di questo meraviglioso libro fantasy di stampo italiano, prosegue quest’oggi con l’approfondimento due tipologie di magia verde e quella rossa, che caratterizzano rispettivamente l’animo degli Elfi e degli Nagnomnici (Nani e Gnomi).

Quando il Shinpha, la scintilla divina, si tinge di verde, dona il potere di controllare la vegetazione. Non solo di dominarla, ma di preservarla e riportarla alla vita. Il rapporto che queste creature hanno con la natura è potente, viscerale e vitale. Ciò rende gli Elfi un popolo temuto dai più, da cui è sempre meglio stare alla larga. Eppure, l’ambiente di cui si circondano è meraviglioso e incantevole, un fascino rigoglioso dato anche dall’uso che fanno della magia. Inoltre, il loro contatto permette di empatizzare con gli altri e di leggere dentro coloro che si trovano di fronte. Un popolo antico e fiero, la magia che lo caratterizza non fa altro che renderli ancor più nobili.

Il sottosuolo e i minerali contenuti in esso, invece sono di competenza degli Nagnomnici. Anche se il termine comprende sia Nani che Gnomi, in realtà questi sono due popoli distinti, un tempo uniti ma ora in conflitto. La loro magia, caratterizzata dalla scintilla rossa, è divisa tra loro in modo da mantenere l’equilibrio delle cose. Il Shinpha rosso domina e manipola il fuoco eterno delle loro terre, un elemento distruttivo, probabilmente il maggiore tra tutti. Perfino la lava del vulcano Dovandrah è incantata. 

GIVEAWAY:
Avete la possibilità di vincere la copia cartacea del libro, seguendo le seguenti istruzioni:
– Diventa lettore fisso di ogni blog:

4/03. Il filone fantasy, che cos’è e quando nasce [ Il Mondo Di Sopra ]

5/03. L’anno Sannotriano [ The Enchanted Library ]

6/03. Le razze magiche [ My Secret Diary ]

7/03. Magia Bianca e Magia Nera + incantesimi tratti dal romanzo [ Hook a Book ]

8/03. Magia Rossa e Magia Verde + Incantesimi tratti dal romanzo [ The Mad Otter ]

9/03. Intervista Autrice [ librosi ]

11/03. Recensione [ The Reading’s Love ]

– Commenta ogni tappa del blogtour
– Segui la pagina della casa editrice e dell’autice
– Rispondi alla seguente domanda: Sfrutteresti la magia per preservare la vita o distruggere ciò che ritieni dannoso?

Il 12 Marzo ci sarà l’annuncio del vincitore sulla pagina facebook della casa editrice.

Blog Tour: “Della vita un sogno” di Roberta Bramante – Quarta Tappa

Prosegue il blog tour di “Della vita un sogno”, attraverso proprio l’importanza dei sogni all’interno del romanzo.
“Il cadere non esclude il librarsi. Dalla caduta sorge l’ascesa.”
L’ autrice inizia il suo romanzo con questa celebre frase che ci fa capire l’importanza di inseguire i proprio sogni. Non bisogna mai seguire ciò che gli altri vogliono per noi. Dobbiamo credere in ciò che desideriamo senza mai abbattersi di fronte alle difficoltà.
Laura voleva diventare un’attrice sin da quando era una ragazzina, ma la sua famiglia desiderava altro per lei. Se avesse ascoltato i genitori sicuramente non avrebbe raggiunto il suo sogno più grande, quello di recitare su un palcoscenico. Lei è andata contro tutti e senza l’appoggio di nessuno ha raggiunto il suo obiettivo rischiando.
Sogni Teatro
La drammaturgia e il testo scritto non dovevano eclissare e far perdere risalto alla gestualità dell’attore capace di evocare, al di là delle parole, simboli universalmente comprensibili. Aveva diversi riferimenti artistici, ma in particolare aveva tratto ispirazione dalla teoria di Artaud che prevedeva un ritorno alle origini dei valori teatrali, l’eliminazione della separazione tra attore e spettatore, da Grotovski, riguardo lo studio delle potenzialità dell’attore e la ricerca di una gestualità pura.
Il linguaggio verbale è in grado di colpire principalmente l’intelletto dello spettatore, non la sua emotività o sensibilità” si diceva Alexandre. 
La gestualità invece richiama altri aspetti della comunicazione.
In teatro, le espressione corporee, possono esprimere la loro massima potenzialità, molto più che in forme d’arte o di comunicazione. 
La mimica, la pantomima, sono in grado di creare un linguaggio che richiama nell’animo immagini di una poesia intensa, naturale e spirituale…
Solo chi crede davvero in quello che fa e si impegna a migliorare ogni giorno riuscirà a realizzare i propri sogni. Imparare a recitare non è un gioco. Diventare degli attori veri richiede sforzo e sacrificio. Chi di voi ha il coraggio di farlo?»
Per Madame Billard, un attore doveva essere capace di mettersi in discussione, decostruire se stesso, smontare e rimontare i pezzi della propria personalità, giocare, entrare nei labirinti dell’esperienza, senza paura di perdersi. 
«Chi recita non dovrebbe mai fermarsi» diceva «cerca altresì di entrare in sintonia con il mondo e l’alterità, cogliendo le sfumature della vita. Osserva, si proietta fuori di sé per immedesimarsi con ciò che lo circonda. L’attore deve essere come l’acqua, trasparente e limpido, capace di adattarsi a ciò che la contiene»