Review Party: Recensione di “La figlia della dea della luna” di Sue Lynn Tan

Non è facile essere la figlia della dea della luna. Specie quando nemmeno se ne ha coscienza. Xingyin non comprende il motivo della sua segregazione sulla luna, fino a quando i suoi poteri si manifestano ed è costretta a scappare. Lontano dalla sua vita e la sua casa, perché l’imperatore le sta dando la caccia.

Non è facile pensare di ricominciare, specie quando il passato della propria madre gravita pesante su di lei. Una ricerca sta per cominciare, magica come l’ambiente in cui tutti i personaggi si muovono. Il lettore si muove con loro attraverso la ricchezza del regno celeste, messa in risalto dal folklore e la mitologia tipicamente orientale.

Questo libro mi ha permesso di conoscere la scrittura di Sue Lynn Tan: fluida e in grado di creare un ritmo vivace dall’inizio alla fine. Essendo un libro dedicato prevalentemente a un pubblico giovane, c’è anche tanto amore, che potrebbe risultare più o meno appropriato. Ma ciò che più interessa è la crescita personale della protagonista, costretta a maturare in fretta per avere salva la vita.

Nel complesso, la struttura della storia mi permette di promuovere questo primo libro e ad aspettare impazientemente il seguito.

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