Dopo aver allietato il grande pubblico con lo struggente romanzo “A un metro da te”, Rachael Lippincott e Mikki Daughtry tornano nelle librerie italiane per presentare un nuovo libro altrettanto emozionante. “Tutto questo tempo” affronta il dolore, il rimpianto, la difficoltà di ricominciare, il lutto. Ecco, il lutto. Esistono altre storie di questo tipo? Scopriamolo insieme.
“L’albero dei ricordi” di Britta Teckentrup
Volpe aveva avuto una vita lunga e felice, ma ormai era molto stanca. Diede un ultimo sguardo al suo amato bosco, chiuse gli occhi e si addormentò per sempre. Un inno alla vita e ai ricordi che restano con noi e ci danno forza anche quando chi abbiamo amato non c’è più.
“Quel che affidiamo al vento” di Laura Imai Messina
Sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, si spalanca un immenso giardino chiamato Bell Gardia. In mezzo è installata una cabina, al cui interno riposa un telefono non collegato, che trasporta le voci nel vento. Da tutto il Giappone vi convogliano ogni anno migliaia di persone che hanno perduto qualcuno, che alzano la cornetta per parlare con chi è nell’aldilà. Quando su quella zona si abbatte un uragano di immane violenza, da lontano accorre una donna, pronta a proteggere il giardino a costo della sua vita. Si chiama Yui, ha trent’anni e una data separa quella che era da quella che è: 11 marzo 2011. Quel giorno lo tsunami spazzò via il paese in cui abitava, inghiottì la madre e la figlia, le sottrasse la gioia di essere al mondo. Venuta per caso a conoscenza di quel luogo surreale, Yui va a visitarlo e a Bell Gardia incontra Takeshi, un medico che vive a Tokyo e ha una bimba di quattro anni, muta dal giorno in cui è morta la madre. Per rimarginare la vita serve coraggio, fortuna e un luogo comune in cui dipanare il racconto prudente di sé. E ora che quel luogo prezioso rischia di esserle portato via dall’uragano, Yui decide di affrontare il vento, quello che scuote la terra così come quello che solleva le voci di chi non c’è più. E poi? E poi Yui lo avrebbe presto scoperto. Che è un vero miracolo l’amore. Anche il secondo, anche quello che arriva per sbaglio. Perché quando nessuno si attende il miracolo, il miracolo avviene.
“L’ anno del pensiero magico” di Joan Didion
È la sera del 30 dicembre 2003 quando John Gregory Dunne, sposato da quarant’anni con Joan Didion, muore all’improvviso. Da quella data inizia per la scrittrice l’anno del pensiero magico, in cui lutto e sogno sovrascrivono la vita, e l’impossibile addio all’uomo amato si trasforma lentamente in un profondo colloquio con la morte, durante il quale tutto viene riconsiderato: la malattia, la cecità della fortuna, le parole non dette dell’amo- re, l’essenza sfuggente e ingannevole della memoria, la consapevolezza di dover fare prima o poi i conti con la fine.
“Diario di un dolore” di C.S. Lewis
Il dolore puro è difficile da raccontare. Ma qui qualcuno ci è riuscito, con una precisione e un’onestà che ci lasciano ammirati, arricchiti. Questo è un libro che riguarda da vicino chiunque abbia avuto nella sua vita un dolore. C.S. Lewis pubblicò nel 1961, sotto lo pseudonimo di N.W. Clerk, questo breve libro che racconta la sua reazione alla morte della moglie. Illustre medioevalista e amatissimo romanziere, amico di Tolkien e come lui dedito alle incursioni nel fantastico, C.S. Lewis si è sempre dichiarato innanzitutto uno scrittore cristiano. Ma un cristiano duro, nemico di ogni facile consolazione. E ciò apparirà immediatamente in questo libro perfetto, dove l’urto della morte è subìto in tutta la sua violenza, fino a scuotere ogni fede. Non c’è traccia di compiacimento o di compatimento per se stessi. C’è invece un’osservazione lucida, che registra le sensazioni, i movimenti dell’animo che appartengono al segreto di ciascuno di noi – e che spesso non vogliamo riconoscere.
“Non smette di piovere” di Emma Mei
Viktoria è una giovane designer dall’indole pragmatica. Odia le sorprese, gli imprevisti dell’ultimo momento e porta sempre con sé delle matite colorate e un blocchetto da disegno. Dovrebbe vivere la vita con più leggerezza ma le responsabilità lavorative, che il padre le ha affidato nell’azienda famigliare, le lasciano poco tempo libero. Nonostante Mikael, il fratello maggiore, le rammenti che la vita è davvero semplice se lei non insistesse nel complicarla, e che nessun fiocco di neve cade mai nel posto sbagliato, Viktoria preferisce rinunciare alla felicità piuttosto che rischiare. Da più di un anno mantiene le distanze da Logan che, con un semplice buffetto sulla guancia, inaspettatamente le ha fatto battere il cuore. Lo conosce da sempre perché è come uno di famiglia, frequenta il dojo dove lui è un maestro di arti marziali, e non riesce a capacitarsi di quella particolare sensazione che avverte al centro del petto, appena lo vede. Grazie a una piccola interferenza da parte del fratello, Viktoria si lascerà andare all’amore ma, un’improvvisa tempesta la travolgerà avvolgendola nel buio della disperazione. Quanta gioia, e quanto dolore, più contenere un cuore?