Cecilia Randall è sempre stato un punto di riferimento, per le mie letture. Nel mese di novembre è tornata in libreria con un nuovo libro il cui annuncio mi ha subito emozionato e che ho avuto la possibilità di poter leggere in tempi brevi.
La scrittrice cavalca l’onda dei retelling proponendo la sua rivisitazione del personaggio di Artù di Camelot, con un punto di vista femminile. I puristi, probabilmente, non gradiranno, ma essendo sempre aperta a nuove proposte ho accolto questa con entusiasmo. Specie perché, come ho già detto, lei è sempre stata una garanzia.
Il personaggio di Artia conquista subito per la sua caratterizzazione che, in qualche modo, ricorda Merida del film Disney “Ribelle”. Ci troviamo di fronte a una ragazza di sedici anni costretta a seguire il dovere e soprattutto la strada che qualcun altro ha tracciato per lei. Ciò che l’aspetta, infatti, è un matrimonio combinato che la porterà a essere una dama anziché una guerriera.
Artia però non ci sta e intraprende un viaggio di crescita verso non solo la consapevolezza di sé stessa ma anche verso una spada mistica in grado di cambiare le sorti della Britannia. Parità, indipendenza e determinazione sono solo alcuni dei temi che l’autrice sviscera nel corso della storia con il suo inconfondibile tocco speciale.
Cecilia Randall è in grado di inglobare completamente a sé l’attenzione del lettore anche nei momenti in cui decide di soffermarsi andando a rallentare la narrazione. Questo perché ogni particolare è bello da scoprire e il ritmo galoppa fino alla fine portando con sé le nostre emozioni.
Questo è un romanzo che pare scontato ma è tutto da scoprire, proprio come la sua autrice che non posso non continuare a consigliare. Se siete amanti dei retelling e delle storie con atmosfera da Medioevo fantasy, non perdetevelo!