Blog Tour: “La volpe che amava le piccole cose” di Nicola Pesce – L’autore

“La volpe che amava le piccole cose” è il romanzo che segna il debutto in Mondadori dello scrittore Nicola Pesce. Seguo questo autore da anni e conosco tutte le altre sue pubblicazioni, che vi presento oggi in occasione del lancio di questa nuova uscita.

1. Le cose come stanno:

Quando mi chiedono “di cosa parla” non so mai cosa rispondere. La trama non mi è mai interessata granché nei libri.
Io vado molto dietro allo stile: ho la particolarità di soffrire della Sindrome di Asperger e così ho una attenzione (ahimè) non comune ad indagare i pensieri delle persone.
La storia, ad ogni modo, tratta di un vecchio attore che una volta era il solito belloccio del cinema, mentre adesso è sul viale del tramonto e si è ridotto a fare finti provini per affascinare giovani attrici in cerca di ruoli cinematografici.
Ma la sera in cui si svolge il romanzo gli ha detto molto male: iniziando a leggere una sceneggiatura in cui la sventurata di turno interpreta la Morte, lei non esce più dalla parte e sembra conoscere cose di lui che non potrebbe.
Spero che la bellezza della trama stia nel non lasciar capire mai se siamo nel soprannaturale o meno.

2. Il fiato di Edith:

Il fiato di Edith è un romanzo ambientato in una Irlanda di un indefinito secolo passato, tra prati verde scuro, piccole casette e grandi nebbie. Un ragazzo di dieci anni o poco più, inseguendo una palla di pezza rotolata ai piedi di una collina, scorge una casa diversa dalle altre.
Entra attraverso la porta socchiusa e vede una famiglia in piedi accanto a un lettino, di fronte a un fuoco scoppiettante.
Distesa sul lettino, la piccola Edith, una bimba malata dai lunghissimi capelli rossi, che respira a piccoli sorsi.
È così che il piccolo Jonathan cade suo malgrado in una favola. Non si sa come esattamente, si parla di un maleficio, di una strega… una volta… e la piccola Edith non può vivere come le altre persone, per il suo cuore troppo debole. La casa ha mille scaffali alle pareti, tutti pieni di bottiglie e bocce di vetro dalle forme più varie, con liquidi di tutti i colori e densità: esse contengono tutte dei potenti veleni, tranne una, che contiene l’antidoto per Edith, ma nessuno sa qual è.
Il ragazzo prenderà a frequentare assiduamente quella casa, facendo compagnia ad Edith, raccontandole la vita, il mondo esterno, leggendole libri e sorseggiando insieme il tè. Riuscirà a guarirla?

3. La cura del dolore:

Il protagonista, Henry, è una persona che ha sempre fatto di tutto per compiacere gli altri, ma questa volta verrà trascinato in una esperienza kafkiana, in un istituto governativo dove dei “burocrati” spingeranno all’estremo la sua tendenza a dire sempre di sì e ad accettare tutto. Sottoposto a torture fisiche e psicologiche, arriverà Henry a capire che deve essere se stesso, ribellarsi e vivere la propria vita? Una folle ed elaborata metafora della società attuale, sempre troppo politically correct, un “memento vivi”, ossia “Ricordati di vivere”.

4. La volpe che amava i libri:

Nel freddo inverno siberiano, una piccola volpe diversa dalle altre scopre l’amore per i libri e comincia a rubarne in paese per portarli nella sua tana. Il suo progetto infatti è di trascorrere il proprio letargo leggendo senza sosta. Ma un dolcissimo topolino e un corvo spietato busseranno alla sua porta in cerca di ospitalità. Dovranno imparare a convivere, ognuno con i propri ricordi, le proprie paure e le proprie speranze, in attesa della primavera.

5. L’Uomo più piccolo del mondo:

Il commendator Carlo Valenti è un uomo di successo, un cosiddetto squalo della finanza. Nella vita ha ottenuto tutto quello che desiderava e nessuno riesce a fermare la sua scalata dalle umili origini fino alle vette dell’economia. Ma un avvenimento terribile gli mostrerà quanto la sua vita sia in realtà fatta di cartapesta come la stessa finanza. Quando rapiscono il suo figlio autistico, il piccolo Luca, si rende conto di essere un uomo solo, di non avere veri amici, si accorge che il suo matrimonio si sta disintegrando.

La trama, come sempre nei romanzi di Nicola Pesce, è una scusa per approfondire la psicologia dei personaggi: dal lento e disilluso Commissario Branca – cui le indagini vengono affidate – alla giovane cameriera Yuliya – che si sente così fuori posto in questo mondo occidentale fatto solo di apparenza – dalla moglie Mina Valenti – che si sente frustrata, svuotata del suo ruolo di madre ma ancora forte – a Canio, uno dei rapitori che finisce per fare amicizia con il piccolo ostaggio.

Chi è l’uomo più piccolo del mondo? Non lo sappiamo. Un bambino già così maturo, o forse un grand’uomo che non è più nessuno, o ancora un commissario che non crede più in quello che fa, o un rapitore che nella vita ha sempre cercato soltanto scorciatoie e adesso si rende conto che non c’è più tempo.

6. I Fiori del Bene:

Sono uno scrittore, ma soprattutto un lettore. Asperger e gentiluomo, innamorato della vita lenta e delle piccole cose». E in queste parole c’è tutto.

C’è la visione del mondo atipica di una persona affetta dalla sindrome di Asperger, che con i suoi occhi nuovi vede ogni giorno le cose per la prima volta, e cerca di farle vedere a tutti come per la prima volta. C’è la gentilezza, di cui l’autore ha fatto una vera e proprio missione di vita: diffondere la gentilezza e l’educazione.

C’è la voglia di rallentare, di smettere di correre inutilmente inseguendo la vita contemporanea, per potersi dedicare ad apprezzare quelle piccole cose di tutti i giorni, un camino acceso, una fogliolina, una passeggiata in silenzio.

In ironica contrapposizione a quei «Fiori del Male» che resero grande Baudelaire, Nicola vuole parlare di ciò che è buono, calmo e bello. Mai come oggi sono stati argomenti tanto rari.

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