Catherine Cusset fa emergere, attraverso “La definizione della felicità” delle tematiche di vita molto forti attraverso le vite di due donne differenti, ma che in un modo o nell’altro il destino cerca di unire. Clarisse ed Ève, due esistenze separate dal tempo stesso e che attraverso il loro quotidiano affrontano l’amore, l’emancipazione e il senso della vita stessa.
Grazie a uno stile di scrittura scorrevole, le loro storie passano davanti agli occhi del lettore come in un film. Le immagini stampate nella mente portano di luogo in luogo, di storia in storia, per farci conoscere le due protagoniste e i differenti modi di vivere di entrambe. Sia l’una che l’altra hanno dei forti legami con determinate persone e in un certo senso sono proprio questi che trainano la narrazione, tra una sorpresa e l’altra.
Dagli anni ’80 a oggi ripercorriamo la differente visione e qualità della vita di una donna, costretta a subire certi maltrattamenti di cui ora, per fortuna, si cerca sempre più di parlarne per portare la società a sensibilizzarsi sempre di più. Certi comportamenti, un tempo considerati normali, vengono qui denunciati in tutta la loro crudezza, mostrando il dolore che ognuno può causare su un essere umano.
Le due donne diventano il simbolo della lotta contro la violenza in favore della personale libertà, in favore della definizione della felicità. Qual è il significato intrinseco di felicità? Quali sono le sue origini? Come si può perseguire? Catherine Cusset cerca di rispondere a questo complesse domande attraverso una storia non facile da narrare e che colpisce dritto allo stomaco di chi legge.
S’indaga l’importanza di vivere l’attimo o se piuttosto pianificare il futuro, anche negli stessi sentimenti. Per questo è necessario scavare ancora di più nel passato, oltre le vite di chi stiamo osservando e andare indietro, quasi alle origini dell’amore e del dolore. Ne scaturisce la fusione tra due donne fino a divenire il vessillo di un movimento che oggi, per fortuna, fa scalpore e fa riflettere.
La suspense che accompagna le due storie è infine il collante che mantiene alta l’attenzione, perché anche in questo caso ci sono dei nodi che devono venire al pettine e ogni tassello deve andare al proprio posto. “La definizione della felicità” è un romanzo ricco di emozioni che non possono essere trascurate, proprio per questo è una lettura meritevole e consigliata.