Recensione: “Sono difficili le cose belle” di Matteo Nucci

Se mi fosse stata proposta la lettura di questo romanzo soltanto un anno fa, probabilmente non avrei avuto la forza di leggerlo. Arianna ha perso sua nonna e già questa prima frase sarebbe stata in grado di farmi crollare. Ora, però, Matteo Nucci riesce a guarire una ferita indelebile, portando sollievo nelle mie giornate.

Perdere qualcuno di caro è un fatto con cui tutti, prima o poi, devono scontrarsi. Fa parte della vita, questo inspiegabile legame con la morte, e ognuno l’affronta a tentoni, senza poter imparare davvero dall’esperienza, cercando di guardare avanti anche se di primo impatto si vorrebbe crollare a fondo.

Arianna vive il lutto con l’innocenza dei suoi anni. Questo fino all’istante in cui sua nonna torna a bordo della macchina rossa fiammeggiante e la conduce in un parco per darle un’ultima importantissima lezione di vita. Chi non vorrebbe un’occasione come questa?

Matteo Nucci è un maestro della parola scritta: con un tono simile a una favola ci conduce nel suo immaginario con estrema delicatezza. Porta il lettore a mettere a nudo le proprie emozioni e a commuoversi, fino a tornare alla realtà e alla vita ancora tutta da scoprire.

“Sono difficili le cose belle” è un viaggio straordinario che l’anima di ognuno di noi deve assolutamente fare per poter vivere meglio il futuro. Un dono prezioso che non lascerò mai andare, se non attraverso il consigliare con tutte le mie forze la sua lettura.

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