Una delle caratteristiche più particolari e apprezzabili del romanzo di Sophie Irwin “Manuale per signorine in cerca di un marito (ricco) è il modo in cui viene utilizzata l’ironia per intrattenere e divertire. Esistono altri esempi di questo tipo? Scopriamolo insieme.
“I love shopping” di Sophie Kinsella
Becky è una giornalista che dalle colonne di un prestigioso giornale londinese consiglia risparmio e investimenti sicuri. È carina, piena di inventiva, determinata. E ha una irrefrenabile passione: lo shopping. Irrefrenabile al punto di diventare una sorta di malattia, che la spinge a comprare abiti, accessori, cosmetici, ma anche dolci, biancheria e articoli per la casa… Niente e nessuno possono trattenerla: non le pressanti lettere di sollecito delle banche per i suoi molti conti in rosso, non i manuali che insegnano a risparmiare, non i buoni propositi di contenere le proprie spese. I love shopping è un romanzo brillante e intelligente, in cui si susseguono situazioni paradossali ma non improbabili. Perché Becky è tutte le persone che vanno in fibrillazione quando vedono la scritta SALDI, e che, quando ricevono l’estratto conto della carta di credito, pensano immediatamente a un errore… Insomma, Becky è un po’ tutti noi.
“Il diario di Bridget Jones” di Helen Fielding
Mangia troppo, beve troppo, fuma troppo, ha una madre troppo invadente e incontra solo amanti egoisti o sgangherati. Bridget Jones è una donna appassionata in guerra contro cellulite, lavori frustranti e principi azzurri inaffdabili: il prototipo della single pronta a difendere il proprio diritto di essere “quasi” perfetta. Un romanzo che, uscito nel 1996, è diventato subito un fenomeno di culto e, oggi, a quasi vent’anni dalla sua pubblicazione, si è guadagnato un posto tra i classici della letteratura femminile.
“Tutti la vogliono, nessuno la piglia” di Claudia Semperboni
Simona è una donna piacente di circa 40 anni. Fin dai tempi della scuola è sempre stata corteggiata, e ha cambiato diversi ragazzi. Non ha mai pensato, o così pare, a “sistemarsi” mettendo su famiglia, fin quando il matrimonio della sua migliore amica le fa riflettere sul fatto che lei invece è ancora single. Da quel momento, incoraggiata dalla stessa amica, Simona comincia a stilare una lista dei suoi ex fidanzati, andandoli a cercare con l’intento di ricominciare una relazione.
“C’era una volta a New York” di Cecile Bertod
Parigi. Fin da bambina Sophie ha sognato di sposare un nobiluomo con una rendita sufficiente a garantirle il tipo di vita a cui è stata abituata: circoli esclusivi, vestiti d’alta moda, serate di gala. Ma, malgrado l’indiscutibile fascino, non è ancora riuscita a realizzare il suo proposito e, alla soglia dei ventotto anni, sa di non avere più molto tempo a disposizione. Alric, per quanto vecchio e terribilmente noioso, potrebbe rappresentare l’ultima possibilità per sistemarsi e così, una mattina, Sophie indossa il suo abito migliore e lo raggiunge, decisa ad accettare la sua proposta. C’è però una cosa che Sophie non ha previsto: il suo nome è Xavier. Un piccolo-borghese mai visto prima che irrompe nel salotto di rue d’Orsel deciso a infangare il suo buon nome. Xavier sostiene che Sophie non sia affatto la donna che vuol far credere, ma anzi, che un tempo sia stata la sua amante e ora gli nasconda suo figlio. Xavier non intende lasciarla andare prima di averlo ritrovato. Sotto lo sguardo sgomento di Alric, Sophie viene trascinata via e condotta su una nave che salpa per New York. E da quel momento inizia la sua sorprendente avventura…