Quando Nejiko riceve in dono il suo Stradivari, sa che lo strumento racchiude in sé una storia importante. La Storia, quella del gerarca nazista Goebbels che glielo ha regalato per sugellare l’alleanza tra Germania e Giappone. Uno strumento a sua volta sottratto dalle mani di un musicista ebreo.
“La violinista di Hitler” è uno dei romanzi più sorprendenti sul tema della seconda guerra mondiale. Con estrema delicatezza, Yoann Iacono intesse una storia emozionante che indaga sul personaggio di Nejiko Suwa, prodigio del suo tempo.
Quella dello Stradivari è un fardello che pesa su di lei sempre più con intensità, portandola addirittura a non riuscire a suonare sul serio. La memoria racchiusa tra quegli intarsi e le corde tese, soffoca la protagonista che è rimasta coinvolta suo malgrado in quello che è lo sterminio di massa più tristemente sconosciuto.
Quando a sua volta si troverà a dover proteggere il violino, dovrà lottare per fare ciò che è giusto e sentirsi di nuovo finalmente libera, proprio come lo strumento stesso. Realtà e finzione si mescolano perfettamente per consegnare al lettore una storia drammatica ma anche piena di speranza per il futuro.
Mi piacciono le storie che osservano la guerra in modo alternativo e Iacono riesce splendidamente nel suo romanzo d’esordio a conquistarmi dall’inizio alla fine.