Recensione: “Sale di mare” di Gabriela Garcia

Con uno stile di scrittura incredibilmente maturo, Gabriela Garcia presenta il suo romanzo d’esordio. “Sale di mare e lacrime” è un romanzo commovente e intenso, che ci porta a conoscere la vita di una famiglia di generazione in generazione attraverso le figure femminili che la compongono.

Donne che rappresentano in tutto e per tutto le radici solide della famiglia, martoriata troppo spesso dalla violenza e dalla supremazia maschile. Insieme, queste donne si danno forza e coraggio a vicenda, sostenendosi nel bene e nel male.

Veniamo catapultati a Cuba nel 1800 per conoscere la capostipite: Marìa Isabel, grande amante della lettura in cui vede un’evasione da ogni sopruso che ha dovuto subire. Trovato l’amore, affronta sputando sangue il presente alla ricerca di un futuro migliore.

Subito dopo, ai giorni nostri, conosciamo la pronipote Jeanette. Anche la sua vita non è stata facile, specie per la dipendenza da sostanze. Il riavvicinarsi alla famiglia la porta a scavare nel passato per conoscere meglio sua madre e tutte le donne che l’hanno preceduta.

Questa è una storia di resistenza, ribellione e desiderio di libertà. Una storia di legami famigliari e di maternità, in cui è presente sia il dolore che la speranza. I destini di queste donne straordinarie si intersecano a più riprese per non sfaldarsi di fronte alle ingiustizie.

La forza dei personaggi si riflette in quella dell’autrice, che senza timore racconta una storia che da sua diventa di tutti. “Sale di mare e lacrime” è un viaggio di una bellezza unica, che promette grandi emozioni e di donare nuova forza ai lettori che vorranno dargli fiducia.

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