Ciò che colpisce della narrativa di Dario Buzzolan è il realismo che traspare con forza pagina dopo pagina. In “Perché non sanno”, in particolare emerge l’importanza del contesto storico, della famiglia, delle origini individuali e dove il futuro proietta. Il tutto su uno sfondo che appare come una nube ma che basta solo il coraggio di smuoverla per vederne oltre i dettagli.
L’attenzione data all’ambientazione permette al lettore di riuscire a orientarsi anche in una storia con una trama complessa e intricata, ponendo come rocce salde dei punti di riferimento tangibili, verificabili da chiunque. Non solo i paesi, ma capire in quali anni ambientare una storia, mette tutto in prospettiva.
Cecilia sembra vivere il suo presente, eppure è ancora vincolata a un passato dilaniante, in cui è la perdita al centro di tutto, sia materiale che spirituale. Un passato che sembrava essersi lasciata alle spalle, ma in cui Londra ha la colpa di avergli portato via il fratello Gregorio, andato alla ricerca di una nuova vita e un nuovo futuro.
Una foto nel presente, quella presumibilmente del nipote, porterà Cecilia a partire, in un viaggio che la modificherà nel corpo e nell’animo, ancora una volta, fino in Grecia. Ciò che colpisce è il divario tra i primi anni 2000 e il 2023 (anno in cui l’autore immagina il presente) e come viene affrontata la crisi economica che tanto ha rimbombato ai notiziari, più in alcuni paesi che altri. Quella crisi che ha portato le persone a muoversi e a sentirsi strappati dalla propria casa per andare in cerca di fortuna.
Una crisi che ha diviso famiglie che ora non sanno come ricostruire i pezzi. Esattamente come Cecilia, che dopo essersi riappropriata della sua vita sente comunque che le manca qualcosa nell’animo.