Dove il tempo sembra fisso su un’unica stagione che continua a ripetersi, il principe Rhen governa dal Castello di Ironrose il Regno di Emberfall. Un Regno ferito dalla maledizione che affligge l’uomo stesso e che lo condanna a un destino ben peggiore della morte stessa. Solo una speranza gli rimane: cercare la fanciulla in grado di innamorarsi di lui e, quindi, spezzare l’incantesimo. Quando viene annunciata l’ultima possibilità di salvezza, resta un solo rapimento da mettere in atto: toccherà a Harper, da Washington DC, destreggiarsi in un mondo molto lontano dal suo quotidiano.
Sono rimasta talmente tanto conquistata da questo primo fantasy dell’anno da avere necessità di dire un’infinità di cose e al tempo stesso rimanere in silenzio per meditare su quanto letto. La prima cosa che ho esclamato a lettura conclusa è stata: finalmente un retelling come si deve, dannazione!
Le persone, soprattutto quelle a me amiche, dovranno perdonarmi, ma a parer mio Brigid Kemmerer si posiziona almeno una spanna sopra a Sarah J. Maas. Cito lei non a caso in quanto ci ritroviamo, a poca distanza temporale, a poter leggere due rivisitazioni della stessa storia, quella de “La bella e la bestia”, unendo fantasia e modernità.
Fin dal primo capitolo ho seguito con estremo coinvolgimento le dinamiche che portano Harper a Emberfall, apprezzando lo sviluppo originale e pregno di avvenimenti che a poco a poco svelano le più piccole sfaccettature sue e degli altri personaggi. Ritroverete nella protagonista un atteggiamento verosimile e genuino, che la porta a ribellarsi a ciò che le capita piuttosto che a sottomettersi allo scorrere degli avvenimenti. Man mano che si ambienta, però, sente in lei un cambiamento in positivo, che la porta a vedere la sua disabilità come una forza e a sentirsi capace di essere lei stessa un cambiamento in meglio per il Regno.
Rhen, al contempo, è tutto ciò che di meno stereotipato potreste trovare in un principe, con un percorso evolutivo complesso in cui lui lotta per distaccarsi dal suo passato vivendone però ogni giorno i tormenti sulla sua pelle. Non è perfetto e spesso il suo essere stato un ragazzo viziato lo porta a sbagliare, eppure il dolore della perdita lo rende sempre più responsabile, fino a fargli comprendere i suoi doveri nei confronti del popolo.
La maledizione creata dall’autrice è spietata, ingiusta proprio come il titolo ricorda pagina dopo pagina. Qual è il bello? Che nulla è come sembra e che l’epilogo si discosta da ogni qualsivoglia previsione. Tra le pagine non troverete un’ambientazione stucchevole, né il classico ripreso riga per riga, né tantomeno il cosiddetto “istant love” (sia lode agli dei!). La Kemmerer ha molto più da raccontare rispetto al semplice innamoramento dei personaggi e questo lascia in me una soddisfazione impagabile.
Una nota di merito va al personaggio di Grey, la Guardia Reale del principe, che spero possa in futuro regalare grandi soddisfazioni.
Non avevo aspettative e sono riuscita a gustarmi appieno una storia emozionante e avvincente, un fantasy che mi ha tenuta incollata alle pagine a notte fonda (da quanto non mi capitava?) e che mi sta facendo impazzire per il cliffhanger finale. Oltre che in trepida attesa del prossimo volume non nascondo di essere terrorizzata dal seguito perché basta un niente per far crollare tutto ciò che di positivo c’è stato qui.
Concordo ogni tua singola parola!