Oggi ho l’onore e il piacere di presentarvi Maddalena De Leo, la scrittrice protagonista di questo blog tour con cui vi presentiamo la sua opera “Maria Branwell. La madre delle sorelle Brontё” edita per Vintage Editore. Sono grata alla casa editrice per la splendida opportunità e ancora una volta all’autrice per il tempo che mi ha dedicato. Di seguito trovate la sua intervista.
Buongiorno Sig.ra De Leo, benvenuta nella tana della lontra! Grazie mille per essere qui, è un immenso piacere.
Grazie a Voi, anche per me è un piacere poter parlare del mio lavoro.
Per me lei è un’autentica scoperta come scrittrice, grazie al libro pubblicato ora con la Vintage Editore. Vorrei quindi capire meglio chi sia Maddalena De Leo e qual è stato il percorso che l’ha portata a essere una scrittrice.
Io sono docente d’inglese nella scuola secondaria ma essenzialmente e da sempre una studiosa brontёana. Ho dedicato la mia intera vita intellettuale all’approfondimento e alla diffusione in Italia dell’opera delle sorelle Charlotte, Emily ed Anne Brontё che, nel lontano 1975 non erano quasi per nulla conosciute nel nostro Paese. Ancora adolescente iniziai a leggere tutti i loro testi in lingua, redassi poi una tesi molto particolare su Emily e le influenze shakespeareane che potevano aver ispirato il suo immortale romanzo e in seguito per anni ho tradotto in lingua italiana moltissimi inediti giovanili di Charlotte (fra i quali i due romanzi brevi Henry Hastings e Caroline Vernon), ma anche i dèvoirs composti da ambedue le sorelle in francese durante il loro soggiorno belga. A partire dal 1999 ebbi il piacere di vedere pubblicati nel periodico internazionale Brontё Studies, unico al mondo dedicato alle Brontё e la cui selezione rigidissima si basa soprattutto sull’originalità e l’esclusività dell’argomento trattato, diversi miei articoli accademici in lingua inglese. A quel punto nel 2004 iniziai a scrivere anche in prosa, iniziando con un romanzo breve ispirato a una mia esperienza mediterranea, sinora il mio unico scritto non brontёano, proseguendo poi con un romanzo di narrativa per ragazzi dal titolo Un’@mica dal passato (edito da Simone per la Scuola). In esso la giovane protagonista, ragazzina solitaria dedita alla lettura, riceve all’improvviso una email proprio da Charlotte Brontё e da lei pian piano viene a conoscenza della sua vita, della sua famiglia e della sua opera appassionandosi progressivamente al mondo vittoriano.
Poi, dopo un decennio, mi sono dedicata alla figura di Maria Branwell che da sempre mi aveva affascinato proprio perché quasi sconosciuta, e ciò mi ha portato alla stesura di questo terzo romanzo.
Leggendo “Maria Branwell. La madre delle sorelle Brontё” si percepisce subito la precisione con cui i fatti vengono narrati e, conseguentemente, lo studio dietro alla stesura. Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del romanzo?
Si, è vero, dietro quel che viene da me narrato c’è un lungo studio. Avendo io collezionato sin dall’adolescenza qualunque tipo di testo riguardante le Brontё e disponendo praticamente a casa della migliore e più fornita biblioteca brontёana esistente in Italia (la mia ‘Brontё room è spesso meta di pellegrinaggio da parte degli appassionati di queste autrici…), ho potuto con facilità approfondire nel tempo i tanti aspetti storico-biografici che ho narrato. Per me era importante soprattutto la precisione storica dei fatti perché nulla doveva essere falsato e lasciato al caso o alla probabilità. Il mio primo viaggio in Cornovaglia con il soggiorno a Penzance del 2010 ha poi ‘sistemato’ tutto il materiale di cui disponevo perché mi ha dato visivamente l’idea della vita di Maria, dei suoi movimenti e del suo modo di sentire spensierato e libero in un lembo di terra anglosassone incontaminato e baciato dal mare. Mi sono resa conto, vivendo li’ per alcuni giorni, del profondo senso di superstizione di cui sono permeati i suoi abitanti e ho approfondito tale aspetto attraverso i numerosi libri acquistati sul posto. Sapevo che tutto ciò avrebbe contribuito a rendere quanto più viva e ‘vivace’ possibile la mia protagonista. La stesura vera e propria del romanzo ha richiesto poi solo sei mesi, un autunno e un inverno, perché avevo già in mente tutto lo schema.
Nella dedica e nell’introduzione si parla della Cornovaglia, una terra che suscita una certa attrattiva per i fan del genere letterario trattato dalla Vintage Editore e che lei ha avuto la fortuna di visitare. Quali sensazioni si porta dietro?
Avevo desiderato visitare da sempre la Cornovaglia, soprattutto perché era la terra d’origine della madre delle mie Brontё, ma senza aspettarmi chissà cosa. Quando riuscii finalmente a realizzare questo mio sogno nel 2010 ero già stata tante volte a Haworth e mi recai a Penzance più per dovere di studiosa che per altro, anche perchè certamente mi faceva piacere visitare ancora un’altra zona della mia adorata Gran Bretagna. Ma ne fui incantata e il fascino di quella terra andò al di là di ogni mia aspettativa: in quei luoghi, a Land’s End, a St. Michael’s Mount, a Mousehole, ci si sente in un’altra dimensione e davvero si rimane folgorati. In quel periodo non c’era stata ancora la riscoperta dei romanzi di ‘Poldark’ che in questi ultimi anni hanno attratto lettori e spettatori della fortunata serie tv da tutto il mondo, ma il fascino della Cornovaglia io riuscii ad avvertirlo già allora, nei paesaggi, nel clima plumbeo, nella furia del mare che s’infrangeva sulle scogliere. Quando vi ritornai nel 2015, attratta come da una calamita, per uno strano incantesimo tutto parlava di Poldark e delle miniere, ma io ero scesa nelle profondità di una di esse già la prima volta, un’esperienza da brivido che ricordo con orrore e che spesso racconto a scuola ai miei studenti.
Maria Branwell. Una madre, una moglie, ma soprattutto una donna. Come tante altre, è una donna la cui vita è rimasta nascosta nelle pieghe del tempo, ma che ha avuto la fortuna di avere due figlie che in compenso sono diventate eterne. Cosa l’ha spinta a parlare proprio di lei?
Direi tre figlie dalle capacità immense, ma anche un figlio anche lui dotato che però sprecò miseramente il suo talento. Ora che ormai nel ventunesimo secolo tutti finalmente conoscono spesso solo per sentito dire la famiglia Brontё, volevo far conoscere ai lettori italiani anche la loro madre come grande esempio di donna coraggiosa, una non-presenza fondamentale nel processo ideologico formativo di tutti e quattro i figli. Era importante per me contrapporre la sua figura di donna intraprendente e intelligente a quella tanto discussa del loro padre, l’eccentrico e imprevedibile reverendo Brontё di cui tanto si parla ancora in maniera preponderante nelle varie biografie.
Può essere definito un personaggio femminista? È possibile mettere in relazione una figura come quella di Maria Branwell con la società contemporanea, traendone magari insegnamento o ispirazione?
Maria Branwell è senz’altro una donna contemporanea, anche da definire ‘femminista’, in quanto lotta per la propria indipendenza economica e senza abbattersi si avventura con coraggio e da sola (a quei tempi, poi …) verso una meta ignota volendo costruire per sé una vita nuova per sfidare il mondo. Ci insegna a tener testa agli uomini, come lei fece con pazienza e determinazione con colui che dovè essere un marito alquanto dispotico, scrive esponendo nelle lettere le sue idee senza timore, soccombe purtroppo solo alla morte, sopportando però infinite sofferenze senza nemmeno lamentarsi. Potrebbe senza dubbio essere un modello da imitare e con cui confrontarsi per le giovani generazioni di donne di oggi che ormai hanno pochi e modesti ideali a cui fare riferimento.
Ci sono stati dei momenti in cui la stesura del romanzo è stata più difficile?
Ho trovato un po’ ardui i tre momenti – all’inizio, al centro e alla fine – in cui dovevo dar voce ai pensieri di Charlotte mentre leggeva il diario di quella madre che aveva conosciuto così poco, un diario che in effetti ero poi io a scrivere. Mi sono concentrata immaginando le sensazioni che Charlotte poteva aver avvertito, ormai sola nel 1850, senza nemmeno poter comunicare con le sorelle e poi ho scritto di getto quelle tre parti introduttive dopo una lunga ‘gestazione’.
Ci descriva un aneddoto emozionante legato alla scrittura di “Maria Branwell. La madre delle sorelle Brontё”.
Quando tornai dalla Cornovaglia nell’estate 2010 l’atmosfera di quei luoghi e la ferma convinzione di far conoscere la madre delle Brontё erano dentro di me ma non sapevo come collegare i due aspetti in modo da creare un racconto unico che li comprendesse ambedue. Avevo anche il problema del narratore che, anche se invisibile, poteva risultare poco credibile ad un lettore che non conosceva nulla dei fatti narrati. Era estate e, dato che vivo in un luogo di mare, andai a tuffarmi in acqua arrovellandomi per risolvere questo problema che mi assillava da giorni. All’improvviso, lì in mare e sotto il caldo sole di agosto ebbi la mia ‘epifania’: pensando al mare della Cornovaglia mentre ero immersa nel mio Mar Tirreno mi sovvenne la stupefacente idea di far scrivere a Charlotte il diario di sua madre come se fosse stato un altro suo romanzo, e di conseguenza pensai di imitarne la prosa e i pensieri. Non mi è più capitato di fare un bagno così ‘creativo’!
Può darci qualche consiglio di lettura sul genere Regency?
Anche se non sono particolarmente ‘fanatica’ di Jane Austen pur avendo visitato la maggior parte dei luoghi in cui si trovò a vivere, chiaramente tutti i suoi romanzi fanno parte del genere ‘Regency’ autentico. Non consiglierei ‘Bridgerton’ che sull’onda del successo Netflix ha riscosso pareri favorevoli ma che, in lettura, è alquanto deludente. Un libro piacevole e ben scritto della stessa tipologia è invece ‘Until You’, in italiano tradotto come ‘Ritrovarsi’ dell’autrice Judith McNaught.
Ringraziandola per il tempo che mi ha dedicato, concludo con una delle domande più classiche: ci sono già altri progetti per il futuro?
Si, in campo brontёano ho sempre in fieri progetti, saggi, traduzioni di inediti e aspetti originali da approfondire riferiti alle sorelle. Bisogna solo trovare case editrici disponibili e di grande sensibilità come lo è stata Vintage Editore!
Grazie ancora per la disponibilità, buona fortuna per l’uscita di questo libro e i prossimi!