Review Party: Recensione di “Le donne dei Calabri di Montebello” di Simonetta Tassinari

Elisabetta Calabri, donna anticonvenzionale e romatica, cresce in Romagna fino al giorno in cui conosce il suo sposo, Filippo Salimbeni, partendo alla volta della Toscana. Ha così inizio una saga famigliare tutta al femminile, un tributo alla forza delle donne anche quando queste non avevano posto nel proprio stesso ambiente.

Quando mi trovo di fronte a un romanzo storico, ormai si sa, lo affronto come mai sono riuscita a interessarmi alla storia. Amo proprio per questo il genere, che mi permette di esplorare e riscoprire il passato attraverso voci sempre nuove, che aggiungono il personale tassello all’epoca in cui hanno vissuto.

Questa è la volta di Betta bai, figlia del marchese Giangiacomo, un uomo misterioso che fa della sua condanna il sostegno agli studi di Galileo. In un momento storico come quello del 1600, in cui era follia mettere la scienza di fronte alla religione, Elisabetta cresce lontano dall’affetto genitoriale, istruita dai parenti presso la sontuosa Villa Calabri. Proprio qui, un giorno, fa il suo arrivo Filippo Salimbeni, di cui la ragazza si innamora perdutamente fino al punto di trasferirsi con lui a Firenze.

È il periodo di dominio del Granduca Ferdinando II e il clima di tensione peserà tanto su Elisabetta, che si ritrova prigioniera in casa sua e lontana dalla Zia Barbara, sua unica sostenitrice oltre a una nuova conoscenza che si palesa nella sua vita: Ludovico Manobruna, che la aiuta a entrare in società e ad ambientarsi quanto più possibile. La sua vita si lega a quella di Camilla Salimberti, sua figlia, che crescendo dovrà fare i conti con le ideologie in cambiamento dove a farla da padrona è il bigottismo e un radicale attaccamento ai dettami delle sacre scritture.

“Le donne dei Calabri di Montebello” è un romanzo corale di grande valore, capace di intrecciare le generazioni mostrando la repentina evoluzione della storia con passione e cura del dettaglio. Il fatto che sia stata Simonetta Tassinari a scriverlo da quel valore aggiunto che prende il nome di alleanza, un sostegno simbolico nei confronti di chi rischia di essere dimenticato solo perché le sue gesta sono state l’ombra di quelle degli uomini. Si tratta di un libro corposo e dettagliato, che però scorre veloce per il trasposto emotivo che trasmette attraverso gli occhi delle protagoniste, donne non convenzionali, uniche e per questo speciali.

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