Quando il Podestà del Montrag Minore muore, arriva il tempo di un nuovo erede che si prenda carico delle responsabilità che concernono il governo di un Podestato. Il sottile equilibrio, mantenuto su tutti i territori dopo la Guerra dei Fratelli, sta però per sfaldarsi e il viaggio della figlia Solel verso Itunév, sarà più movimentato di quanto si possa pensare.
Scoprire nuovi fantasy, soprattutto su territorio italiano, rappresenta una tra le mie cacce letterarie preferite. Tra storie meravigliose e prodotti più acerbi, “Radica” può tranquillamente posizionarsi nel mezzo: il fascino dato dalla complessità dell’ambientazione va di pari passo con la ricchezza di nozioni in essa contenute, portate avanti da una trama che miscela l’elemento politico con quello storico, ispirato in qualche modo ai tempi lontani che hanno reso tali la nostra civiltà.
Il suolo è da sempre calcato dagli uomini, che in passato costituirono un assetto dei paesi basandosi sul presupposto che un Podestato non può davvero sopravvivere senza il supporto di tutti gli altri. Un equilibrio perfetto al millimetro, dove però basta una sottile crepa per far sì che tutto venga messo in discussione ancora una volta. Complotti, rovesciamenti, scontri di menti ma anche battaglie che versano sangue sono gli scenari che si palesano più papabili in questo preciso momento.
Nel folto stuolo di personaggi, spiccano di certo Miri, Reggente con il compito di portare a giusto compimento la successione del nuovo Podestà e Nion, un Aku la cui origine risale ai tempi dei draghi e che ha il compito di scortare Solel, custode del Sigillo del Podestato, verso la meta. Loro sono di certo quelli che più mi hanno intrigato, ma ogni personaggio presentato ha una sua specifica caratterizzazione che lo rende visibile a colpo d’occhio. Solo tra tutti loro esistono dei legami che, più o meno sottili, trovano qui un’evoluzione costante.
Un prologo molto didascalico lascia quindi spazio all’azione, permettendo a tutti di muoversi su quella che si trasforma presto in una scacchiera composta da forze contrastanti che tendono verso i propri interessi. Entrare in sintonia con tutto questo non è né semplice né immediato: più volte mi sono ritrovata a tornare indietro per ritrovare il filo, nonostante sia abituata anche a opere ben più corpose e dettagliate.
Il romanzo svela le sue carte poco a poco, in un’intricata rete di eventi che bisogna seguire con la massima concentrazione per risultare interessanti. Mi sono innamorata alla follia, più di qualsiasi altro elemento, della filosofia delle Sorelle Uhr, le donne che compongono La Famiglia, votate alla custodia della vita in ogni sua forma. Ho seguito con sempre maggiore curiosità la vicenda, fino al finale che lascia più domande delle risposte trovate in precedenza.
Con Radica ha inizio il Ciclo dei Podestati, una storia accattivante con cui, se si riesce a trovare un contatto, ci si intrattiene piacevolmente e si continua a pensare a come il tutto si svilupperà ancora di più nel secondo volume di prossima pubblicazione.
Ciao, sono Lune.
Grazie per la recensione e per aver messo in evidenza i parallelismi con la storia (intesa come quella umana).
Complimenti per essere sopravvissuta ai primi capitoli!😁
Ciao Lune <3
Grazie mille a te per questa storia e per aver gradito la recensione, per me è stato un vero piacere!!