Quando Flora Donovan conosce Jack Parker, sente finalmente di potersi lasciare alle spalle la solitudine che da sempre l’ha accompagnata. Nel momento in cui, però, viene invitata a passarel’estate presso la casa sul lago di lui, dovrà fare i conti con la diciassettenne Izzy, che si è presa cura di tutta la famiglia nell’ultimo anno, da quando purtroppo ha perso sua madre.
Qualcosa nei rispettivi dolori farà scattare una molla, portando a ricostruire ciò che gli eventi passati hanno irrimediabilmente rotto.
Torna Sarah Morgan tra le mie letture e non poteva scegliere momento migliore. Sono sinceramente provata da questo anno funesto e tremo all’idea di leggere romanzi in cui alla base si trova la tematica del lutto. Non so mai come prenderla, se con rifiuto o come occasione per guarire gli squarci che ho nel petto. Ma a questa autrice non ci rinuncio e anche con questo romanzo mi è andata bene.
“Una vacanza sul lago” è un romanzo che con semplicità tocca le corde più profonde dell’animo umano, offrendo una storia godibile e leggera in grado di lasciare tracce nel cuore, anche dopo aver concluso la lettura. Ogni personaggio sta attraversando le proprie personali difficoltà, che possono talvolta ledere i rapporti sociali, portando a fraintendimenti imprevisti e non voluti. Sono proprio i cambiamenti inaspettati che modificano le prospettive arrivando perfino a curare, superando sentimenti rimasti nascosti e trasformandoli in qualcosa di migliore.
La relazione tra Flora e Izzy, in primis, risulta fin da subito complessa e sembra non possano esserci spiragli per farle avvicinare. Con la giusta pazienza e tutto il tempo necessario, però, troveranno la via della comprensione, giungendo quindi a completarsi dove ancora mancava qualche pezzo del puzzle.
Il mio cuore è rimasto travolto dal fiume in piena di emozioni che il romanzo riesce a scatenare, soffermandosi sul significato di amore, famiglia e riscatto personale. L’autrice ha uno stile incisivo e descrive il positivo e il negativo della vita senza mai girarci attorno, mostrando la forza che il gruppo può avere nel risollevare il singolo.
Solo superando le barriere che i personaggi mettono si riesce davvero ad apprezzare questa storia, salvata dall’empatia umana e dal desiderio commovente del sentirsi parte di una famiglia, al di là del sangue e dal passato differente, solo per la volontà di rifugiarsi finalmente dove ci si sente realmente a casa.