Per far fronte ai debiti accumulati da suo fratello, a Hailey non resta che una sola cosa da fare: rendere un successo il colloquio di lavoro più importante della sua vita presso l’azienda giapponese per cui è stata raccomandata. Trovarsi però di fronte a Naoki Saito è un imprevisto ancora più grande e, sotto le luci di Tokyo, scoprirà un mondo sconosciuto ma affascinante, nascosto perfino dietro la porta di un grazioso locale d’intrattenimento per uomini.
Quando una storia riesce a sfidare le convenzioni e le apparenze, ecco che infine riesce a conquistarmi anche laddove il genere non sia tra i miei preferiti in assoluto. Però, in questo caso, è Mia Another a essere un’autrice che prediligo in mezzo alla massa, perché è tra le poche che riesce a farmi fare le ore piccole senza poi sentire la stanchezza la mattina dopo. Ci sono cascata con “Come petali di ciliegio”, con “Tokyo a mezzanotte” mi è bastato semplicemente trovare l’attimo migliore e tornare alla realtà solo a lettura conclusa.
Il Giappone ha milioni di sfaccettature e, in mezzo a luci e ombre, cela una cultura millenaria in grado di far innamorare chiunque, attraendo a sé anche chi vive lontano da questo stato. Ne sono un esempio e prima o poi manterrò la promessa fatta alla me stessa bambina, più interessata a manga e anime rispetto a hobby più comuni tra i miei coetanei, partendo spedita verso quella terra che tanto ho amato anche solo scorrendo le immagini trovate su Google.
È un po’ questo che prova Hailey, partita dall’America: un’emozione e un’aspettativa così alte da caricarla di energia. Nonostante l’inizio non sia dei migliori, non perde però occasione per godersi Tokyo e dintorni, arrivando a conoscere posti che mai avrebbe immaginato. La penna dell’autrice e lo studio che ha fatto dell’ambientazione ci guidano con affascinante trasporto, passando dalla tradizione alla modernità, in un incontro che solo la notte può unire. Basti pensare alle luci sfavillanti dei grandi palazzi che animano la capitale e che fanno brillare ancora di più i posti più piccoli e caratteristici, che ricordano perfino ai giapponesi stessi le proprie origini, in una rivisitazione al passo con i tempi.
Ne è un esempio proprio il Temple Club di Mamasan, dove delle Geishe contemporanee intrattengono per il tempo di una serata gli uomini, con regole ferree e rispettose per loro stesse più che per i clienti. Anche qui si combattono gli stereotipi andando oltre le dicerie e fornendo un punto di vista a cui solitamente non si pensa. Proprio questo luogo è il fulcro da cui il rapporto vero tra i protagonisti ha avuto inizio: un malinteso prima e un accordo poi, li avvicinano fino a quando staccarsi diventa impossibile, nonostante la relazione con il capo sia proibita, nonostante il frequentare certi posti potrebbe risultare scandaloso. Nonostante uno sia giapponese e l’altra una straniera venuta in cerca di fortuna.
Non solo Hailey è predisposta ad abbracciare questa cultura, ma anche a combattere il “vecchio”, portando il suo tocco personale sempre nel rispetto di dove si trova. Rispetto, una parola che in Giappone riecheggia ogni giorno, veicolata dagli inchini, dal “-san” che segue i cognomi per indicare chi è più anziano, dalle regole lavorative ma anche, semplicemente, dal buon senso. Proprio in questo, Naoki si rivela una splendida persona, che vive la sua epoca senza dimenticare le tradizioni, insegnando con gentilezza alla gaijin Hailey come funziona la sua vita e come un certo rigore lo limiti sotto certi aspetti.
Sono i protagonisti stessi a essere una Tokyo a mezzanotte: il loro è l’incontro tra gli opposti, tra individuale e sociale, Occidente e Oriente; sotto allo stesso cielo si completano, smussandosi e migliorandosi a vicenda, unendosi e sprigionando delle emozioni autentiche. Il loro amore è al centro di tutto e riesce a influenzare chi sta attorno, spettatore compreso, che attende con ansia dopo ogni fraintendimento che i pezzi possano ricomporsi ancora una volta. Gli ultimi capitoli terrorizzano, perché il futuro è incerto e per nulla scontato. A volte però, la soluzione si nasconde dietro alle cose più semplici, come un sorriso sincero rivolto al proprio riflesso nello schermo di un cellulare l’attimo prima di scattare un selfie.
Mia Another è maledettamente brava sotto ogni aspetto di un romanzo: ambientazione, personaggi, descrizioni, dialoghi. Anche quando ci da dentro con qualche dettaglio piccante riesce a risvegliare i giusti toni, senza ridicolizzare o esagerare. Percepisco una forte sintonia con il suo amore per il Giappone e tutto ciò che ne consegue ed è proprio per questo che mi sento a casa con lei, coccolata dalle sue trame originali e mai uguali l’una alle altre, pronta a sorprendere gli altri e a sfidare le sue stesse capacità.
Se aprirete il vostro cuore a “Tokyo a mezzanotte” sono certa che saprà regalarvi una storia che vi rimarrà dentro, insegnandovi il significato del godersi appieno un’esperienza di vita e che ciò che è nuovo non sempre rappresenta una minaccia: piuttosto un’opportunità per crescere, sia da soli che insieme.