Review Party: Recensione di “Horrorstör” di Grady Hendrix

Quando un dipendente del negozio di mobili “Orsk” di Cleveland ne varca l’ingresso per cominciare la giornata lavorativa, sa che s’imbatterà in qualcosa di bizzarro e inspiegabile. I prodotti sono spostati, distrutti, spariti; in ogni caso, non c’è nulla che sia al suo posto. Sarà Amy, insieme ad altri quattro valorosi volontari, a decidere che è giunto il momento di fare chiarezza, andando alla scoperta di orrori indicibili che la ragione stessa sembrerebbe non poter combattere.

Dopo poco meno di un anno, Grady Hendrix torna prepotente tra le mie letture, facendomi divertire e sconvolgendomi come solo lui sa fare. Siamo solo al suo secondo romanzo pubblicato in Italia, ma già lo scorso agosto sentivo che non avrei potuto più fare a meno delle sue storie, così tanto particolari e stuzzicanti da risultare libri da consigliare assolutamente.

Nel caso di “Horrorstör” si viene conquistati all’istante dalla grafica accattivante utilizzata in copertina (inutile specificare a cosa faccia riferimento. Ma sì, il punto è proprio questo!) e soprattutto tra le pagine, un espediente non solo per la gioia degli occhi ma per la funzionalità intrinseca della storia stessa. Sfogliando si viene deliziati dalle immagini e dalla trama, che nel suo sviluppo assume di diritto l’identità di uno dei migliori horror mai letti.

Si desidera poterne leggere a piccoli passi, per il solo gusto di rimanere avvolti da questa atmosfera, un loop apparentemente infinito che lascia un vuoto quando veniamo costretti a tornare alla realtà. Possiamo andare avanti così, per quel che mi riguarda: un romanzo di Grady Hendrix all’anno, per darmi almeno una garanzia che qualcosa di speciale nel futuro mi capiterà di provare.

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