Review Party: Recensione di “La bambina che spiava i nazisti” di Matt Killeen

Dopo aver passato l’infanzia come spia in un collegio nazista, per l’ebrea Sarah ha inizio una nuova e importante missione. Un morbo misterioso sta dilagando sempre più e sembrerebbe che sia un medico tedesco a esserne la causa. A supportarla, l’immancabile generale inglese Jeremy Floyd e una nuova recluta, Clementine, in un viaggio che è l’ennesima lotta contro il tempo e contro il regime più crudele mai esistito.

Matt Killeen è stata una vera e propria scoperta. Con questo romanzo, il secondo dedicato alla spia Sarah, conduce il lettore in una vicenda storica che ha i connotati di un thriller avvincente e al cardiopalma. Tra queste pagine s’impara che il male può assumere infiniti aspetti e non sempre è facile individuarli.

Sarah dovrà fare i conti costantemente con il seme del dubbio, incapace mai di fidarsi del tutto di chi la circonda. Un comportamento necessario per la propria sopravvivenza e per quella di chi l’ha istruita per questo gravoso compito. Su di lei pesa un grosso compito, che crea una tensione palpabile e soffocante in chi legge, oltre che il desiderio profondo di vederla trionfare.

Personaggi, ambienti e periodo storico sono descritti dall’autore con estrema precisione, offrendo una lettura scorrevole e sorprendentemente avvincente, grazie a uno stile di scrittura fluido e perfetto per il genere. Si persegue la verità a ogni capitolo che passa, nonostante la verità più grande non può venire a galla, per l’incolumità di chi combatte con tutte le forze il nazismo.

“La bambina che spiava i nazisti” è un libro assolutamente convincente, che regala grosse soddisfazioni nonostante gli argomenti affrontati siano orribili. Non vedo l’ora di leggere il prossimo libro di Matt Killeen, che sono certa riuscirà a conquistarmi esattamente come questo.

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