All’età di trentanove anni, Oliver Clock sembra avere nella sua vita solo un lavoro sicuro. Si tratta delle pompe funebri della sua famiglia, che non può nemmeno gestire davvero autonomamente per lo sguardo insistente e sempre vigile di sua madre. Senza una famiglia propria né una frequentazione amorosa, si è preso come impegno costante quello di annotare su un taccuino tutto ciò che renderebbe il suo quotidiano meno ordinario e più speciale. Solo un trauma, però, potrebbe riuscire a scuoterlo dal torpore e a darci un taglio con le rinunce e un’illusoria perfezione.
“La meraviglia di un gesto gentile” è tra le letture più piacevoli e rilassanti dell’ultimo periodo. Jane Riley utilizza uno stile di scrittura semplice e scorrevole per raccontare l’evoluzione dell’animo umano attraverso le proprie esperienze di vita e il coraggio di prendere quelle scelte che fanno paura ma che possono dare una svolta al tutto.
Il lettore riesce a entrare subito in sintonia con Oliver, seguendone con sincera curiosità il cambiamento interiore, comprendendo ogni suo sentimento provato. Con gesti calcolati e gentili, l’autrice apre le pagine al grande pubblico, immergendolo in un’esperienza di vita che tutti potrebbero provare ma con cui, a prescindere, è facile entrare in sintonia.
Oliver è un essere umano imperfetto ma adorabile, di cui si desidera il meglio e per cui si tifa, fino all’ultima pagina. Il bello è che nulla è affatto scontato e per quanto si voglia per lui il lieto fine si trema a ogni colpo di scena, fino a sentire il terrore di veder sfumare via la sua felicità.
La Riley insegna che per quanto sia affascinante custodire per iscritto i propri sogni, deve arrivare il momento di tirare fuori la forza e la reale intenzione di vederli davvero realizzati. Prima che sia troppo tardi, prima che rimanga nient’altro che il rimpianto. Questa è una lezione forte da impartire e che mi fa sempre più male, ma nonostante questo ogni romanzo del genere mi arricchisce di un tassello in grado di farmi fare un piccolissimo passo avanti.
Dentro di noi alberga un piccolo Oliver Clock, che qui si trova di fronte a uno specchio immaginario in cui compaiono paure e sentimenti repressi. Le parole, perfettamente incastrate l’una vicino all’altra, trasmettono sensazioni forti e personali, che rendono la lettura del romanzo intensa e meravigliosa.
Amore, ironia e divertimento sono la giusta contrapposizione al dramma e alle insicurezze, facendo nascere una storia interessante che si trasforma in un viaggio alla ricerca della vera felicità, con una buona dose di commozione che colpisce forte sull’epilogo, permeando nell’aria attorno a noi anche a lettura conclusa.