Al confine tra Austria e Italia, esiste un posto chiamato Brennero. Luogo di passaggio, insignificante ma necessario, che segna il confine tra la propria casa e un periodo di svago. Quando però viene rinvenuto il corpo martoriato di un anziano, la notizia si sparge a macchia d’olio e sarà il commissario Grauner, con il fido assistente napoletano Saltapepe, a dover risolvere la situazione.
“Notte al Brennero” rappresenta la terza indagine di cui Grauner e Saltapepe sono protagonisti. Di fronte a un caso che dovrebbe essere come tanti altri, però, il commissario si ritroverà ad avere a che fare con una parte oscura del proprio passato, che riaffiora a ogni indizio scovato. Per lui scavare alla ricerca della verità diventa sempre più difficile, dovendo anteporre il dovere ai propri sentimenti.
Non si può non rimanere coinvolti dalla narrazione dell’autore, che con frasi taglienti e dirette attrae a sé il lettore lasciandolo in balia dei propri sentimenti esattamente come il protagonista. Il romanzo mette in luce le ombre nascoste, invisibili soprattutto nel buio del mistero e dell’incertezza, dove trovare risposta ai propri timori risulta impossibile.
Il thriller, si sa, basa tutto sulla suspense, ma non è così facile instaurare la giusta atmosfera. Koppelstätter ci riesce con naturalezza e senza far trasparire difficoltà, mettendoci nella condizione di tormento tipico del genere in cui la cosa più terribile ci aspetta costantemente dietro la prossima pagina e poi ancora, dietro alla successiva.
Capitolo dopo capitolo si è sempre più desiderosi di scovare gli indizi legati al caso di cronaca nera ma anche quelli che ci fanno conoscere maggiormente Grauner, svelando qualcosa che forse nemmeno lui vorrebbe sapere. Il tutto contestualizzato in un ambiente affascinante e ben descritto, dove si lascia spazio anche alla storia realmente accaduta, sotto un regime che tutti vorremmo dimenticare.
“Notte al Brennero” è un romanzo per cui diventa complicato trovare il sonno, perché di fronte ai fatti narrati si rimane colpiti profondamente, fino a provare dei brividi intensi sul finale che rimangono sottopelle, fastidiosi e indelebili.