Review Party: Recensione di “Un libertino da sposare” di Candace Camp

Cosa possono avere in comune un Conte sulla via dello sbando e una ricca ereditiera americana con il fiuto per gli affari? Apparentemente nulla e il legame tra Devin e Miranda non sarà affatto semplice da fortificare. Ma quando il proprio tornaconto sembra andare in favore di entrambi, i due s’impegneranno oltre ogni previsione per far sì che la loro relazione combinata vada in porto.

Con “Un libertino da sposare” ha inizio la trilogia regency di Candace Camp, di cui non avevo ancora letto nulla prima di questa imperdibile occasione.

L’autrice intesse una storia romantica ambientata nell’Inghilterra del 1800, mettendo in risalto le situazioni storiche tipiche dell’epoca piegandole con coerenza al proprio scopo. Ha così inizio la vicenda dei protagonisti, che diventa sempre più intrigante a ogni capitolo.

Miranda reincarna la donna forte e indipendente che sa perfettamente ciò che vuole ed è pronta a tutto pure di raggiungere i propri scopi. Non le piace essere sfruttata né farsi impressionare dalla nobiltà, anche se in parte vorrebbe dire mancare di rispetto a chi ha un ruolo superiore a lei.

Proprio per questo, la sua storia con il Conte Devin sembrerebbe impossibile, ma le circostanze li porterà a dover collaborare e a conoscersi sempre di più, buttandosi alle spalle i pregiudizi e il reciproco passato. La Camp ha uno stile di scrittura scorrevole, che permette alla trama di fluire senza intoppi e rivelarsi gradualmente intrigante e d’intrattenimento.

Sono curiosa di leggere come questa storia andrà avanti, una storia che colpisce non per la passione dei personaggi ma per la personale crescita, che li porta verso un punto d’incontro che diverrà importante per entrambi.

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