Review Party: Recensione di “Pagine dal passato” di Maria Luisa Duma

Quando Melissa e Fabiola partono da Lecce a Otranto per una vacanza tutti insieme con le proprie famiglie, le due migliori amiche non possono immaginare cosa troveranno al loro arrivo. Una villa abbandonata, custode di un diario segreto che sarà da quel momento la culla dei loro pensieri, trasformerà quei giorni in un’esperienza che metterà alla prova la loro amicizia, con una sfida che parte come un gioco ma che da inizio a situazioni sempre più inquietanti.

Ambientato negli anni ’80, il romanzo di Maria Luisa Duma si dipana attraverso due differenti punti di vista, quelli delle due protagoniste che, giorno dopo giorno, annotano le loro esperienze sottoforma di diario personale, confidando nel fatto che mai nessuno leggerà i più intimi pensieri, nemmeno l’una quelli dell’altra.

Ma Otranto, con persone ed esperienze nuove per loro, si trasforma in un luogo pieno di insidie e dubbi, che vanno ad accentuare le personali differenze, fino a mettere a repentaglio anche la promessa più importante. L’opera ha dalla sua il fatto che non si riesca a prevedere dove si vada a parare e la curiosità tiene incollato il lettore alle pagine.

È vero anche, purtroppo, che ho trovato buona parte della storia lenta: non ha il ritmo giusto fin da subito e con descrizioni che non accosterei propriamente al linguaggio e al modo di esprimersi di due ventenni, quanto più di due ragazze poco più che adolescenti. Certe descrizioni, inoltre, smorzano l’atmosfera di tormento e tensione che è il cuore del libro, ma che una volta ingranata la marcia si rivela essere meritevole di essere letto.

A parte questo, “Pagine dal passato” è un’opera imprevedibile e sorprendente, che fa riflettere sul significato dell’amicizia e sui segreti, fino a sfociare in un clima d’inquietudine e disagio da cui non si può più scappare: quando ci si accorge della verità è troppo tardi per tornare indietro.

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