Review Party: Recensione di “Basta un caffè per essere felici” di Toshikazu Kawaguchi

La caffetteria di Kazu e Nagare ha ancora molto da raccontare. Questa volta, offre i suoi servizi a quattro nuovi clienti, seguendo come sempre le rigorose regole del viaggio nel tempo. Ognuno con un proprio scopo, con qualcosa da risolvere, prima di tornare al presente e vivere al meglio il futuro.

Dopo aver apprezzato “Finché il caffè è ancora caldo” non potevo non recuperare il secondo libro di Toshikazu Kawaguchi, un seguito della storia precedentemente raccontata che ne rappresenta un degno proseguo, emozionante e sodisfacente.

Appena iniziata la lettura sono stata percorsa subito da un brivido, memore delle emozioni provate precedentemente: ritrovare Kazu, Nagare e perfino Fumiko è stato come salutare dei cari amici! Ma anche chi non ha letto il romanzo precedente riesce con facilità a entrare nella meccanica della trama, rimanendo colpito per i messaggi trasmessi.

Kawaguchi ha la capacità di farti innamorare dei suoi personaggi con uno stile altamente emotivo. Bastano pochi e semplici tratti per inquadrare subito i protagonisti, che si aprono allo spettatore raccontando ogni più intimo particolare, sia positivo che negativo.

Chi giunge a questa prodigiosa caffetteria, infatti, ha qualcosa nel suo passato che tormenta fino a fare male e necessita visceralmente di sanare rimorsi e conti in sospeso, per tornare al presente e vivere con maggiore serenità. Il tono leggero e speranzoso si accosta perfettamente alla carica emotiva che ne consegue, in un connubio che colpisce fino a commuovere, risanando davvero le personali ferite.

L’autore lavora sia sui nuovi personaggi che su quelli già conosciuti, approfondendone la conoscenza e rivelando nuovi dettagli sulla loro vita. Ciò accresce l’attaccamento del lettore a questo mondo su carta, a cui è e sarà sempre un piacere tornare.

Gli autori giapponesi hanno uno stile inconfondibile: chi tratta storie di vita vissuta riesce sempre con successo a realizzare trame che sanno come colpire e scaldare il cuore, catapultando in un lampo la mente in Oriente, tra ambienti che uniscono tradizione e innovazione, ambienti altamente suggestivi che sono lo specchio di una cultura lontana ma amata anche in Occidente.

Kawaguchi affronta un tema molto sentito, che crea costante dibattito in ogni persona. Poter avere la possibilità di tornare indietro mette chiunque di fronte a dilemmi esistenziali che danno alla vita un significato nuovo, diverso, forse migliore per chi prova a rispondere alla fatidica domanda: “E se…?”

Rimarrò sempre in trepidante attesa di nuove opere di questo autore, che al suo secondo libro è riuscito ulteriormente a conquistarmi e a farmi riflettere sul mio modo di affrontare ogni giorno.

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