Come si definisce il confine sottile tra Bene e Male? Guido de Eccher tesse con il suo “Operazione Grande Vecchio” una vicenda che fin dalla prima pagina conquista per il suo taglio ambiguo, dettato principalmente dalle intenzioni dei personaggi.
Alessandro Fontana sembra essere di primo acchito una persona estremamente caritatevole, in grado di offrire somme di denaro non indifferenti a chi ne ha più bisogno. Non ci sono interessi o tornaconti, se non il desiderio di aiutare chi è in difficoltà.
Se non, per la richiesta di partecipazione al Progetto.
Spesso è la disperazione che spinge verso certe scelte, con cui però bisogna fare i conti ogni giorno, per tutto il resto della vita. Spinti da buone intenzioni, ma su una strada che conduce all’Inferno, si subisce una trasformazione inevitabile, che sporca dentro, allontanando dagi ideali iniziali.
Il potere richiede il potere e la consapevolezza di avere finalmente il controllo sul proprio quotidiano fa nascere il desiderio di acquisirne sempre di più, ricorrendo anche a metodi particolarmente discutibili. Pur ricordandosi da dove si è cominciato il percorso, si va avanti, sempre di più, passando senza accorgersi dal bene verso il male.
Ciò che prima si credeva essere sbagliato e corrotto, ora è necessario per mantenere lo status quo raggiunto, un bisogno che costa fatica ed energie: nonostante la stanchezza, dormire la notte diventa sempre più difficile. Si inizia a sospettare di tutto e tutti, fino a rimanere completamente soli.
E, a quel punto, a cosa è servito cominciare il viaggio?