Nella sua breve e giovane vita, Ware ha sempre passato il tempo in un angolo, osservando l’ambiente esterno senza l’intenzione di interagire davvero. Con dei genitori troppo impegnati per occuparsi di lui, trasforma l’apparente tranquillità in isolamento, delusione e insoddisfazione, fino a preferire il mondo di sua fantasia alla realtà. I suoi piani però vengono sconvolti dal campo estivo, che non farà altro che tirare fuori tutto il suo disagio. Fino all’incontro Jolene e al ritrovamento di una misteriosa chiesa abbandonata.
“Qui nel mondo reale” è un romanzo che fa male. Ci si trova subito a contatto con un protagonista che non ha mai vissuto davvero e sembra non volere affatto buttarsi nel mondo reale, preferendo quello di sua invenzione. Fa male, soprattutto quando deve avere a che fare con gli altri coetanei e non sa come comportarsi, perché alla socialità non è mai stato abituato.
Sara Pennypacker affronta il percorso di formazione del bambino con dolcezza e leggerezza, senza sottovalutare le problematiche, ma dando al clima un taglio particolarmente fiabesco, che mi ha in qualche modo ricordato il film “Il paese delle creature selvagge”. Con uno stile fluido e intenso, l’autrice invoglia il lettore a seguire con interesse una vicenda che potrebbe essere lontana da quella personale, riuscendo però nell’intento di far empatizzare con il protagonista molto facilmente. Al fianco di Ware prende vita Jolene, un vero peperino, che darà del filo da torcere al ragazzino, che dovrà sudare per conquistare la sua fiducia. Il loro è un rapporto di reciproco bisogno, che aiuterà entrambi a uscire dal proprio guscio e avere a che fare finalmente con il mondo reale.
A tratti mi sono addirittura commossa, sono rimasta piacevolmente soddisfatta e non posso fare altro che consigliare a mia volta la lettura. Imparerete di nuovo a utilizzare l’immaginazione e a vedere il mondo sotto una luce differente, più positiva e fanciullesca, senza più il tormento che non sia una cosa da grandi.