Indagando la figura mitica del più grande investigatore di tutti i tempi, molti autori nel corso del tempo hanno dato il proprio contributo a Sherlock Holmes, elogiando Arthur Conan Doyle con racconti che sono assolutamente degni di nota.
Ne risulta così un aspetto del personaggio poco indagato, quasi per nulla. Piccoli pezzi di un puzzle molto più grande che ora colmano lacune quasi impercettibili, ma ora grandi come voragini di fronte al vasto parterre di racconti qui racchiuso.
Osservare Sherlock e Watson sotto luci ogni volta differenti spinge il lettore a viaggiare di racconto in racconto, completando un quadro con piccoli dettagli che rendono questi due personaggi ancora più irresistibili. Certo, nel mucchio ci sono racconti più riusciti di altri, ma dosati ognuno con i giusti tempi e interiorizzandoli senza fretta, se ne comprende il significato intrinseco, dando a ognuno un’unica logica.
Tra quelli per me selezionati, il migliore è “Il segno dei 400” di Roy L. McCardell, un breve racconto, ma molto incisivo, che riassume alla perfezione il personaggio di Sherlock Holmes, cui bastano pochissimi elementi per avanzare un’ipotesi e portare le prove che svelano il colpevole di turno.
Col tempo non solo Sherlock Holmes ha ispirato altri scrittori a parlare di lui, ma ha fatto in modo che venissero alla luce altri personaggi a lui ispirati.
Fra questi ce n’è uno in particolare, che mi accompagna fin dall’infanzia: il mitico Conan Edogawa della serie giapponese Detective Conan. Gosho Aoyama è un grande fan di Arthur Conan Doyle, tanto da ispirarsi a lui per la realizzazione del “mini detective” (non a caso il nome) e creando così una delle serie manga più longeve e apprezzate in patria e nel mondo.
Altro personaggio della mia infanzia è Basil l’Investigatopo, protagonista dell’omonimo film della Disney. Non ha avuto molta risonanza, ma ho amato le tematiche investigative e i personaggi iconici di Doyle traslati in topi. E’ un film adorabile che non posso non consigliare.
Altri personaggi che mi hanno formato sono sicuramente Guglielmo da Baskerville, direttamente da Il nome della rosa di Umberto Eco e Gregory House il protagonista di una delle serie televisive che più i fanno balzare ricordi legati alla famiglia: Dr. House – Medical Division. Entrambi questi personaggi, in modo differente, hanno l’acume che caratterizza Sherlock Holmes e facendo propri certi aspetti che non possono non rimandare a lui.
Tornando in Giappone, è venuto il momento di presentare una delle opere più importanti uscite negli ultimi anni, un’opera controversa che ha fatto il giro del mondo, conquistando consensi per l’originalità della trama e le tematiche: Death Note di Takeshi Obata. Uno dei personaggi più amati è quello di L, l’investigatore che si mette sulle tracce di Kira per fermare la sua sete omicida. Ha un intuito infallibile e un’intelligenza smisurata, si rimane spesso a bocca aperta di fronte ai suoi ragionamenti, chiaro rimando a Holmes.
Per ultimo, non posso citare almeno un videogioco, puntando su uno dei più noti in assoluto a tema investigativo: Il professor Layton è il protagonista di una serie di giochi in cui è il giocatore stesso a mettere in gioco il proprio intuito, avanzando con le trame attraverso la risoluzione di rompicapo e giochi di ogni tipo. Layton è molto simile anche graficamente allo Sherlock Holmes classico ed è un personaggio che ispira subito fiducia e simpatia.
Sherlock Holmes è un mito della letteratura che continua ancora adesso a ispirare artisti in tutto il mondo, che creano le proprie opere pensando al tributo che possono realizzare nei confronti di un mito come quello creato da Arthur Conan Doyle e che rimarrà sempre immortale e memorabile.