Review Party: Recensione di “Al passato si torna da lontano” di Claudio Panzavolta

Quando Anita pensa alla sua giovinezza non può fare altro che rimandare al dolore che la guerra le ha causato. Orfana di madre e con un padre sopravvissuto, cresce con un forte senso della giustizia, al contrario della sorella Edda, più composta e remissiva. Anita vive un’adolescenza fatta di cicatrici e mancanze, ma con la speranza in un futuro che possa essere migliore.

Mappe, fotografie e altri elementi visivi riportano in un’epoca non così tanto lontana ma che è parte integrante dell’Italia che ora conosciamo, fatta di cambiamenti ed evoluzioni che si susseguono senza sosta.

Lo stile di scrittura di Claudio Panzavolta trascina il lettore dentro quelle stesse fotografie, per far toccare con mano ciò che significava davvero crescere e vivere in tempo di guerra. L’autore trasmette il disagio provocato dalle bombe e i fascisti, ma donando una vita ricca di sogni e ambizioni alla propria protagonista. L’aridità nel cuore di Anita viene trasformata in energia che non si spegne, ma che anzi è sempre pronta a coinvolgere chi le sta costantemente attorno.

Tra le pagine si fa strada un passato estremamente curato e realistico, una bella testimonianza di tempi andati che non si deve smettere di ricordare.

Non solo l’autore porta avanti la formazione della protagonista, ma lascia che anche tutti gli altri personaggi abbiano un loro posto e una propria voce, che possa urlare la personale storia e liberarsi dalle catene del terrore che questa purtroppo racchiude. Proprio per questo, ogni aspetto dei personaggi stessi appare così tanto realistico, perché ognuno di loro racchiude un pezzetto di un animo umano realmente esistito e che ha vissuto davvero ciò che è stato messo su carta.

“Al passato si torna da lontano” di Claudio Panzavolta saprà commuovervi e darvi delle importanti lezioni di vita, che vi faranno riflettere sulle origini del paese e sulle devastanti conseguenze delle guerre tra potenti.

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