“Fiori affamati di vita” è il romanzo autobiografico che segue la vita di Veronica Yoko Plebani, giovane ragazza di ventiquattro anni specializzata nella canoa e che ha partecipato a diverse competizioni e gare paraolimpiche.
Conosco la storia di Veronica da anni, ne ho seguito le vicende in interviste e testimonianze su YouTube e ho sempre trovato interessante ciò che porta avanti raccontando la sua storia, diventata nota purtroppo dal 2011, quando la meningite l’ha privata della funzione completa degli arti.
Sono rimasta quindi sorpresa nel sapere che con Mondadori sarebbe uscito il suo libro, ero davvero curiosa di di leggerlo e nel complesso ne sono rimasta soddisfatta.
La storia ovviamente è ambientata a Palazzolo sull’Oglio in provincia di Brescia, dove Veronica ha passato buona parte della sua vita. Le giornate trascorrono tra la famiglia, gli amici, la musica e la danza. Veronica ama lo sport e alterna il ballo alla pallavolo, che pratica ormai da diversi anni.
Come tutte le ragazze della sua età, passa il tempo tra la scuola, la casa e le feste con gli amici, a cavallo del motorino insieme alla sua inseparabile amica Lu.
Tutto apparentemente si spezza, quando improvvisamente sente dei dolori lancinanti che la costringono a una corsa verso l’ospedale. Veronica pensa sia tutto un sogno, ma la diagnosi è inequivocabile: meningite fulminante batterica. La sua vita da quel momento è un cumulo di bende che è troppo difficile da accettare, ma che di lì a breve saprà donarle un nuovo scopo. America, Russia, Germania, Brasile, Giappone. Il Kayak Club le amplierà i suoi orizzonti, facendola sentire libera e dandole modo di riappropriarsi del proprio corpo e della propria intimità.