Review Party: Recensione di “Ho soffiato il mio desiderio fino al cielo” di Philippe Amar

Victor desidera poter essere amato da una mamma e un papà. Nonostante sia orfano, non ha ancora perso la speranza di poter avere una famiglia tutta sua. Quando si rende conto che per l’anziana Annie, che l’ha tenuto con sé come fosse suo figlio, il tempo sta per giungere al termine, inizia a cercare da sé qualcuno di idoneo e la sua attenzione viene catturata da una persona molto speciale: Lily, proprietaria di una delle pasticcerie più buone di Parigi. Riuscirà a conquistarla?

Philippe Amar affronta la disgraziata condizione di orfano attraverso una storia estremamente leggera e delicata, dal punto di vista di un bambino che nonostante le circostanze non perde mai la speranza nel giorno dopo. L’autore riesce in modo eccellente nel far entrare il lettore nel cuore della storia, tra le vie francesi che sono chiare come una fotografia, diffondendo l’amore per questa incantevole città. I personaggi da lui creati sono verosimili e per nulla stereotipati, è molto interessante seguirli nelle loro vicende e capire come tutto avrà una fine. Victor è assolutamente adorabile, ho apprezzato la sua positività tanto da sentirmi influenzata dal suo modo di osservare ciò che lo circonda. Mi ha messo sinceramente di buon umore, sono contenta di averlo conosciuto, come se fossi stata davanti a una persona in carne e ossa. Anche il resto dei personaggi che gravitano attorno al protagonista balzano fuori dalla pagina fieri e integri, catturando l’attenzione e facendo in modo che ci si possa affezionare a ognuno di loro.

“Ho soffiato il mio desiderio fino al cielo” è un romanzo calamitante e commovente, che riempie il cuore di felicità e buoni propositi, sorprendendo per la quantità di emozioni che riesce a suscitare.

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