Review Party: Recensione di “Quello che si salva” di Silvia Celani

Flavia ha dovuto crescere in fretta per poter stare accanto al fratellino mentre la madre aveva ben altri pensieri rispetto al suo dovere di genitore. Così, la sua vita è sempre stata di corsa, dietro ai problemi degli altri, senza mai pensare a sé stessa e ai suoi sogni. Anche Nonna Luli ha dovuto crescere in fretta, a causa di una guerra che ha prima diviso la sua famiglia e poi l’ha lanciata insieme a tanti altri giovani in mezzo a un campo di battaglia. Per una libertà tanto desiderata ma sepolta dietro a cumuli di illusioni. La vista improvvisa e imprevista di un particolare “servivon” sulla locandina appesa all’entrata di una casa d’aste di Roma, farà tornare Giulia indietro nel tempo con la mente, per raccontare alla nipote quanto quell’oggetto sia prezioso e vitale per lei. Come colui che, proprio in mezzo agli orrori, gliel’ha donato riportando amore e speranza nella sua vita.

Quando intraprendo una lettura alla cieca, decidendo di non leggere nulla sul suo conto, nemmeno la trama, molto spesso rimango sorpresa da come le apparenze davvero ingannino e in positivo. Questo è ciò che è capitato con il nuovo romanzo di Silvia Celani, che mi ha trasmesso subito una sensazione di delicatezza apparente che nel giro di poche pagine si è trasformata in tensione e timore, un continuo galoppare del cuore come se dovessi io lottare contro il tempo passato e presente. L’autrice ha uno stile di scrittura che racchiude in sé quella delicatezza che successivamente ho tanto desiderato, esponendo anche i fatti più crudi, trasmettendo il dramma ma senza infierire. Posso assicurare che, anche così facendo, leggere certi passaggi della vita di Giulia ha fatto male come una ferita aperta. Ho avuto una stretta allo stomaco per tutta la lettura, incapace di controllare i sentimenti provati e senza potermi staccare dal suo tuffo nei ricordi per raccontare la sua storia, quella legata a Leone e a quella preziosa trottola che ora le è piombata davanti agli occhi in un modo totalmente inaspettato. Flavia ascolta colei che ritiene essere una nonna e la persona più importante, cercando in qualche modo di trasmetterle tutto il dispiacere e il conforto di cui ha bisogno, scavando nelle sue parole esattamente come il lettore per capire davvero cosa la leghi a quell’oggetto. Ha così inizio un’epopea spirituale che di gioioso ha ben poco, che trasforma un essere umano plasmandolo nel dolore senza che però possa perdere la speranza nella vita e nel futuro. La dualità tra Giulia e Flavia fa comprendere quanto le donne siano una vera forza della natura, in grado di affrontare qualsiasi difficoltà uscendone ferite ma mai a testa bassa: è proprio così che un oggetto all’apparenza insignificante può diventare una salda roccia a cui aggrapparsi, salvando ciò che c’è di buono nell’anima elevandolo e proteggendolo dai colpi inferti.

“Quello che si salva” è un romanzo intenso che finisce per entrare nel cuore dei lettori, espandendosi in tutto il corpo, irradiandolo e fortificandolo attraverso il potere dell’amore e dei ricordi più belli, anche in mezzo ai drammi più grandi che la vita può farci affrontare.

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