Review Party: Recensione di “Figli di virtù e vendetta” di Tomi Adeyemi

Dopo un’impresa apparentemente impossibile, Zélie e Amari sono riuscite a riportare la magia a Orisha. Eppure, i problemi spuntano subito all’orizzonte, quando si rendono conto che non solo i maji ne sono di nuovo in possesso, ma anche i nobili ora possono sfruttarla e sono pronti a tutto per avere la supremazia. Riusciranno le due donne, ancora una volta, a lottare per la libertà?

Chi mi conosce sa quanto non vedessi l’ora di tornare a Orisha e farmi incantare dalle atmosfere tribali africane, adornate da quel tocco di magia che aveva stuzzicato fin da subito la mia curiosità un paio di anni fa. Approcciarsi a questo secondo libro significa però entrare in un’ottica differente dal precedente e arrendersi al fatto di ritrovarsi di fronte a una terra cambiata, in qualche modo ferita nel profondo, ancor più di prima, e con delle protagoniste che anziché riposarsi dopo la tempesta devono trovare in fretta le forze fisiche e mentali per affrontare un nuovo nemico, ancora più spietato e pronto ad annientarle a ogni costo. Le battaglie sono crudeli e sanguinolente, crude tanto da fare male e farti sentire impotente di fronte a tutte le scelte prese e che si rivelano all’istante sbagliate. La rabbia e il senso di vendetta infiamma i personaggi e i lettori: tutti insieme si ritrovano inconsapevolmente a scivolare in un baratro oscuro, in cui l’anima rischia di essere corrotta e da cui è difficile emergere.

Anche qui ci si ritrova di fronte a un libro la cui storia scorre rapidamente, non solo per la brevità dei capitoli ma per i colpi di scena che si susseguono senza sosta. La trama orizzontale viene arricchita dalle descrizioni dell’autrice, che vanno ad approfondire l’ambientazione attraverso l’analisi dei clan e dei loro poteri, sviscerando le sfaccettature dei Maji. Zélie e Amari si ritrovano più volte a cadere in diversi errori, spesso grossolani, ma c’è di positivo che a ogni sbaglio cercano sempre il modo per rimediare e fare tesoro dell’esperienza, dimostrando al lettore di poter crescere ancora e ancora.

Mi ritrovo ancora una volta a non vedere l’ora di avere tra le mani il libro seguente, che sarà quello finale, di una serie che mi rimarrà nel cuore soprattutto per la simbologia della cultura e il significato intrinseco della magia come lotta contro la discriminazione.

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