Review Party: Recensione di “Il paese delle porte di mattone” di Giulia Morgani

A bordo del treno che lo porterà a Centunoscale Scalo e verso la sua nuova vita, Giacomo capisce che qualcosa non va. Lo vede negli occhi di una donna e nel tono di voce con cui gli parla, un odio atavico impossibile da estirpare. Nel piccolo paesino non sarà ben visto, nonostante vi si diriga con le migliori intenzioni, pieno di speranze e desideri.
Ma qualcosa di oscuro e inquietante sta per sconvolgerlo, impedendogli di fidarsi di chiunque. Quando scoprirà che a Centunoscale vive un solo bambino, le cose si complicheranno oltre i limiti.
Con uno stile diretto e molto scorrevole, Giulia Morgani ha scritto una storia dagli imprevedibili risvolti, che ha sorpreso e catturato la mia attenzione fin dalle prime pagine. L’atmosfera che si respira è subito carica di tensione e non si riesce mai a vivere le giornate del protagonista con tranquillità, perché c’è sempre il timore che qualcosa debba avvenire. Giacomo, dall’indole positiva e disponibile, si trova subito a dover sbattere contro una popolazione chiusa in sé stessa, attaccata alla propria condizione e incapace di guardare al futuro. Un’incapacità dettata principalmente dal non volere andare avanti e nel vedere nel nuovo solo una minaccia. I misteri sono molti e infittiscono sempre più il quotidiano dell’uomo, che non può fare a meno di andare a fondo alla faccenda, per capire cosa succede davvero nel paese.
Il libro della Morgani, per quanto sia uno storico e ricco di particolari, ha una narrazione fluida, si legge con piacere ed è talmente tanto intrigante da far durare la lettura troppo poco. L’autrice ha l’incredibile abilità di far immergere nella suspence e di coinvolgere a tal punto che il tempo smette di scorrere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *