Blog Tour “Il richiamo del sangue: Van Helsing #1” di Gianmario Mattei – Prima Tappa

Benvenuti nel Blog Tour della nuova opera targata Segreti in Giallo Edizioni, “Il richiamo del sangue: Van Helsing #1” di Gianmario Mattei.
Il materiale per la creazione della tappa  è stato gentilmente fornito dalla casa editrice.
Boudjiewin Van Helsing: il primo della stirpe dei cacciatori di vampiri
Chiunque abbia letto il “Dracula” di Stoker è rimasto inevitabilmente affascinato dall’ingegno del suo prodigioso e soprannaturale protagonista, Dracula, e dal suo antagonista, l’umanissimo medico olandese Abraham Van Helsing, che ha come armi solo l’intelligenza, le sue conoscenze da medico miscelate alla perfezione con le scienze occulte ed esoteriche. 
Protagonista e Antagonista sono legati tra loro da un file sottilissimo e impalpabile, che viene teso dalle loro incredibili volontà. 
Ancora una volta, però, anche in questo confronto è il personaggio di Van Helsing a prevalere: in tutta il decorso della narrazione, non manifesta mai esitazione e le cui deduzioni, o i suoi consigli, risultano sempre esatti. In molte occasioni Abraham riesce addirittura ad anticipa in maniera straordinaria le intenzioni di Dracula, come se lo conoscesse alla perfezione o avesse avuto a che fare già in passato con esseri del genere, i vampiri. 
È da questa riflessione che è nata la mia idea di approfondire la figura di Abraham Van Helsing, intessendo una creazione letteraria non incentrata esclusivamente su di lui ma sull’intera famiglia da cui discende. Creare una sapienza “soprannaturale” che da un avo all’altro sia stata tramandata nel corso dei secoli forgiando abili ed esperti cacciatori, non di vampiri, ma di oscurità e verità. 
Come ogni cosa, anche questo progetto aveva bisogno di un inizio, di un assaggio che fornisse con rapide pennellate il come e il quando i Van Helsing si siano imbattuti per la prima volta nei vampiri.
Boudjiewin, protagonista de “Il richiamo del sangue”, non è semplicemente il primo dei Van Helsing che hanno bevuto a piene mani dalle acque dell’occulto: Boudjiewin è la radice condizionate il futuro dell’intera famiglia con tutti gli errori o gli sbagli dettati dall’umanità.
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Review Party: Recensione di “Dormi stanotte sul mio cuore” di Enrico Galiano

Il legame che s’instaura tra alunni e insegnante può essere più speciale e importante di quanto si pensi. E’ nei propri maestri che i bambini vedono dei punti di riferimento, che vanno al di là del nucleo famigliare e che inevitabilmente li plasmano per affrontare il mondo. 
Quello tra Mia e Margherita è un rapporto intenso che va oltre la sfera scolastica, fino a sfociare in una sincera amicizia. Tutto questo vive nei ricordi di Mia, che da bambina è diventata adulta e non sa fare i conti con le proprie paure. Ricorda bene ciò che la univa a Fede, il ragazzo preso in affidamento dai suoi genitori e che per qualche motivo è andato via.
Mia è ora fragile, insicura incapace di sentire qualsiasi contatto umano. Eppure deve affrontare ciò che teme, se vuole davvero tornare a vivere.
“Dormi stanotte sul mio cuore” mi ha trascinato in un modo che ha saputo conquistarmi subito completamente, attraverso lo stile di Galiano che con naturalezza e precisione sa trasmettere le emozioni dei personaggi e far riflettere i lettori sulle tematiche che tratta. Ci troviamo di fronte a una protagonista, Mia, divisa tra passato e presente, disorientata sulla propria identità e accompagnata da una serie di ricordi dolci e amari che le affollano la mente. Ho trovato molto tenero il rapporto tra lei e Fede e lo sviluppo ha dei risvolti interessanti e sorprendenti. Ancora più intrigante è stato il ruolo di Margherita all’interno della storia, che compare come una saggia anziana pronta a elargire i propri consigli. Il suo è un personaggio adorabile, chiunque avrebbe voluto una maestra come lei e c’è chi ha avuto la fortuna di poterla avere come punto di riferimento nell’infanzia. 
Lo studio dell’autore nella creazione dei personaggi e della trama trasuda di pagina in pagina, perché ogni parola è ben calibrata e il ritmo narrativo non ha alti e bassi. In questo equilibrio però i messaggi arrivano alla mente di chi legge potenti come un treno in corsa, spiazzando e facendo sì che si desideri provare altre botte emotive.
Enrico Galiano è sempre stato una certezza, ma ora che conosco una sua opera letteraria so per certo che non me ne farò più sfuggire una. 

Review Party: Recensione di “Navarro. Il mondo di sotto” di Andrea L. Gobbi

La vita di Pedro sta per trasformarsi in una mirabolante avventura. Il giorno del suo tredicesimo compleanno mai si sarebbe aspettato di ricevere una visita Rodrigo de Triana, marinaio che ha affiancato Cristoforo Colombo nella sua grande impresa per gli oceani. Con sé, Triana ha una lettera indirizzata a Pedro e scritta da Franco Navarro, suo padre creduto da tutti scomparso, che gli annuncia di aver intrapreso un viaggio senza ritorno, verso la faccia nascosta della Terra. Proprio questo Colombo ha scoperto: non l’America, ma che il pianeta è una tavola piatta, il cui fondo è celato all’occhio umano. Allegato alla lettera, Franco ha lasciato in dono per il figlio un amuleto misterioso che può essere un semplice regalo o uno strumento per raggiungere suo padre. Pedro dovrà scegliere se affrontare la sfida e solcare i mari o rimanere alla sua vita, senza avventure o brividi, che è tutto ciò che lui desidera.
Primo di una trilogia dedicata a giovani lettori, “Navarro. Il mondo di sotto” è un libro pieno di avventura e spirito combattivo, legato all’ingenuità di un protagonista che per la sua giovane età vorrebbe solo affrontare i pericoli per sentirsi coraggioso e grande. L’impresa verso la vera scoperta di Cristoforo Colombo sarà movimentata e sorprendente, con tante scene d’azione e ricca di personaggi spassosi e originali che affollano l’ambientazione contenente tanti particolari stuzzicanti. La magia si mescola bene con gli elementi realistici riempiendo l’immaginazione di meraviglia, insieme alle scene concitate che velocizzano il ritmo della narrazione. I bambini adoreranno sicuramente questa storia, che prende gli aspetti divertenti e spensierati alla “Pirati dei Caraibi” e riadatta il tutto per un occhio sognatore come il loro, scatenando tante emozioni una in fila all’altra. Grazie a uno stile scorrevole, la lettura è nel complesso godibile e veloce, in grado di intrattenere il pubblico e invogliandolo a proseguire per scoprire come andranno avanti le vicende legate a Pedro, che qui sono solo al loro esordio. L’opera di Andrea L. Gobbi è meritevole di essere recuperata anche da chi è adulto, che potrebbe riscoprire senza troppo impegno o complessità il potere della fantasia spesso dai più dimenticato.

Review Party: Recensione di “Oltre la guerra” di Marcella Ricci

Appena maggiorenne, Beatrice deve assistere ai disastri della guerra. La tensione è sempre più alta, gli ebrei sono sempre meno accetti e i seguaci di Hitler iniziano a sconfinare oltre la Germania. Per scampare ai bombardamenti e sanare i dolori dell’animo, la sua famiglia fugge ed è nel piccolo paese di Chignolo che li ospita che la sua vita cambia totalmente. Per un caso fortuito, un nazista ferito bussa alla porta in cerca di aiuto: Hans, colpito in un agguato, ha bisogno di cure mediche se vuole sperare di sopravvivere e trova nella ragazza uno spiraglio di luce in grado di scaldarlo e sciogliere il freddo di uccisioni, battaglie e atti feroci e crudeli. Potrà il loro amore sopravvivere al dramma della seconda guerra mondiale?
Trovo di conforto trovare storie d’amore legate ai fatti storici e crudi della guerra. Quella di Beatrice e Hans è una storia continuamente ostacolata, dai fronti, dalla politica, dal continuo proteggersi a vicenda. I due scopriranno gioie e dolori che mai avevano provato prima e incominciano una propria personale battaglia per conquistare un mondo in cui possono vivere insieme serenamente. Il futuro è incerto e la paura opprime. Beatrice è una donna che si riscopre forte oltre le sue aspettative, affrontando sfide fisiche e psicologiche che mai avrebbe pensato in condizioni normali di poter superare. Hans di contro trova la sua forza nel rimanere umano e nel non condividere l’ideologia del regime, ma si nasconde tra le fila scampando ai compiti più brutali e cercando nel suo piccolo di fare quanto gli è possibile per essere migliore della maggior parte dei suoi compatrioti. Insieme formano un vincolo misto tra fragilità e resistenza messo continuamente a dura prova dalla separazione, dal rischio di morte e da chi vuole frapporsi tra loro.
Il romanzo di Marcella Ricci scorre tra delicatezza e frenesia, offrendo una lettura godibile, accurata e piena di intenso amore.

Review Party: Recensione di “The Loop” di Ben Oliver

Dal Loop si può entrare ma non si può uscire. Nel Loop si può dormire, ma non sognare. Nel Loop, la libertà è relegata allo spazio della propria cella. Luka è lo sventurato tra i tanti che è costretto a vivere lì dentro fino al giorno della propria morte. Visite e controlli, messaggi politici che si bloccano quando lo sguardo dello spettatore guarda altrove, pasti ridotti all’osso, divise sempre pulite ma sempre uguali a sé stesse. Luka fa di tutto per rintanarsi nella sua mente, tra i ricordi fermi in altri luoghi, in mezzo ai libri che gli è concesso leggere. Happy, invisibile, osserva lui e tutti coloro che albergano il luogo. Come possono cambiare le cose quando è un’intelligenza artificiale a governare sopra ogni cosa in questo posto?

Digerire la lettura di “The Loop” non è quanto di più facile vi capiterà di fare quest’anno. Fin da subito, il punto di vista di Luka descrive ai lettori un’atmosfera soffocante e distorta, che tormenta i personaggi coinvolti quanto chi ne osserva semplicemente le gesta. Leggere l’opera è come rimanere intrappolati in un lungo incubo che dà l’impressione di non arrivare mai a conclusione ma anzi, di peggiorare man mano che si sviluppa. La condizione umana di solitudine mista a dolore fino a sfociare nella follia ha una presa d’attenzione incredibilmente alta, che traina la narrazione e porta il lettore a volerne sapere di più. Dal Loop rimane catturato non solo chi è condannato, ma anche noi che seguiamo ogni giorno le vicende dei personaggi. I valori etici vengono messi in discussione, soprattutto quando si inizia a chiedersi se è il protagonista ad essere negativo per ciò che l’ha portato lì oppure è il sistema stesso a essere illimitatamente crudele.

Adoro alla follia le storie psicotiche e soffocanti come questa, nelle ultime settimane ho avuto il piacere di guardare il film spagnolo “Il Buco” su Netflix e posso assicurare che ci sono molte similitudini, soprattutto per il senso di claustrofobia che entrambe le opere trasmettono. Questa nuova trilogia distopica, scritta abilmente da Ben Oliver, mostra attraverso “The Loop” un potenziale che spero sprigioni tutta la sua forza nei prossimi due libri della serie e che accentui maggiormente gli aspetti più realistici che permeano le pagine, fino a terrorizzare lo spettatore inerme. Utilizzare il fantastico come simbolo per trasmettere riflessioni reali e nuove chiavi di lettura sulla visione del mondo è oltremodo geniale, l’ennesima prova della forza di un genere letterario ancora fin troppo bistrattato.