Piena di speranza ed esperienza, Mandy River si affaccia alla sua nuova vita a Belgravia, lavorando come tata per la famiglia Morven. Qui si trova ad avere a che fare non solo con i bambini ma con situazioni sempre più inquietanti, violente e brutali, che non le lasceranno scampo se non attraverso la voce dell’amica Rosemary, che da lontano raccoglie ogni informazione.
Ambientato negli anni 70, Jill Dawson tesse un thriller ansiogeno e doloroso, che fa da tributo a fatti di cronaca realmente accaduti: l’omicidio di Sandra Rivett e la conseguente scomparsa dalla circolazione di Lord Lucan. È uno dei crimini più efferati della storia londinese a cui purtroppo non si è mai potuta dare una vera spiegazione, complice non solo la fuga del presunto responsabile, ma anche le condizioni sociali di un tempo, che vedevano un ceto alto coinvolto in una situazione scandalosa e perciò da affossare il più velocemente possibile.
L’autrice riesce a dare voce a delle donne che alto locate non lo erano affatto, ma che comunque avevano una propria identità e meritavano molto più rispetto e dignità. La storia di Mandy è parallela a quella di Sandra e attraverso il suo punto di vista non si può rimanere indifferenti di fronte ai fatti accaduti.
“Un inutile delitto” è una reinterpretazione interessante di una tragedia avvenuta realmente e riesce ad intrattenere lo spettatore grazie allo stile di scrittura scorrevole dell’autrice e all’atmosfera volutamente soffocante che permea l’intera vicenda.
È un romanzo consigliato non solo per il genere, che non deluderà gli appassionati, ma per l’intento di denuncia da cui ha origine.
Una interessante recensione: il fatto che la storia sia una ricostruzione di fatti realmente accaduti è senza dubbio intrigante.