Monthly Archives: Settembre 2019
Review Party: Recensione di “Nevernight. I grandi giochi – Libro Secondo degli Accadimenti di Illuminotte” di Jay Kristoff
Quali tormenti si nascondono nel passato della ragazza e che sempre più la perseguitano nel presente?
Dopo l’entusiasmo che accompagna la lettura del primo libro di una saga, ci si aspetta sempre che il secondo rallenti la narrazione, per prendere la rincorsa verso un epico epilogo. Ebbene, scordatevi tutte queste dicerie, perché con Jay Kristoff nulla di tutto questo funziona.
“Nevernight. I grandi giochi” aggiunge carne al fuoco a tutto ciò che già era stato anticipato in “Nevernight. Mai dimenticare”, non solo approfondendo ma arricchendo con nuove folgoranti rivelazioni.
Le scene dei combattimenti sono descritte con ancora più trasporto e dettaglio, fino a far credere al lettore di trovarsi davvero lì sul campo. Per non parlare delle scene di sesso: tra le più magistrali da leggere. Per nulla banali o imbarazzanti, in grado solo di creare fiamme e calore intorno a noi.
L’immaginazione è in costante allerta e le emozioni in questo nuovo capitolo fanno a gara a quale prevale più intensamente. La trama cresce con la crescita personale della protagonista, fino a scioccare il lettore con un epilogo impossibile da prevedere. Jay Kristoff si diverte malvagiamente a mettere Mia di fronte ad ostacoli, difficoltà e drammi che potrebbero spezzarla, ma fortunatamente le conferisce in dono la capacità di poter superare, apparentemente, ogni cosa. Anche se ciò potrebbe significare un tracollo senza ritorno.
Non oso immaginare chi ha dovuto aspettare anni per leggere il terzo libro, perché nonostante fossi in possesso della trilogia completa, sono letteralmente impazzita alla fine del romanzo in questione: dovevo sapere come sarebbe andata avanti la vicenda. Questa è davvero una fortuna per i fan italiani!
Review Party: Recensione di “Nevernight. Mai dimenticare – Libro Primo degli Accadimenti di Illuminotte” di Jay Kristoff
Review Party: Recensione di “Nocturna” di Maya Motayne
Alfie non avrebbe mai voluto diventare re. Non era nel suo destino e così avrebbe dovuto essere. Ma quando il regno di Castallan, la sua casa, viene attaccato, suo fratello maggiore Dez, primo nella linea di successione, viene brutalmente ucciso, lasciando a lui come eredità l’oneroso fardello del trono. Il principe non accetta tutto questo e matura il desiderio di trovare un modo per riportare indietro il legittimo re. Anche se questo può voler dire scatenare una magia oscura e terribile.
Finn fugge da colui che ha sempre chiamato padre, ma che l’ha trattata in ben altro modo rispetto a come ci si aspetterebbe da un genitore. Scappa per dimenticare il suo volto, confondendosi in mezzo a quello di molti altri. Di paese in paese, la magia è la sua ancora di salvezza.
Il loro incontro sprigiona contro il proprio volere una magia sconosciuta, onnipotente e malvagia, che invade tutto il regno con lo scopo di consumarlo. Per i due giovani fuggire dalla propria vita non è più una soluzione: unirsi per combattere ciò che hanno provocato diventa la missione ultima per salvare il regno dal cadere in una tenebra eterna.
Il mondo creato dalla Motayne mostra uno spaccato non così fuori dal comune rispetto ad una realtà possibile nel nostro: allo sfarzo e alla ricchezza della vita di Alfie si contrappone la precarietà e la drammaticità di quella di Finn, denunciando situazioni altamente contrapposte che però si realizzano nello stesso paese. Questo si vede bene anche nell’utilità che ognuno fa della magia e quanto sia importante non superare il confine sottile che la trasforma in un’arma devastante.
Devo dire che tra i due protagonisti ho di gran lunga preferito Finn: ho amato la sua caratterizzazione e il suo modo di fare tanto da non vedere ogni volta l’ora di ritrovarla ancora in azione. Alfie predomina sulla buona parte del libro, come portavoce di una responsabilità non voluta che grava sulle spalle e che per forza lo porta ad agire in qualche modo. Finn in tutto questo purtroppo mi sembra ne sia rimasta fin troppo coinvolta, trascinata verso il compiersi di un destino altrui piuttosto che verso il suo personale. Spero che con il seguito si ripari a quest’unica pecca.
Sfruttare un’ambientazione e una cultura tipiche del Sud-America porta il lettore a incuriosirsi e avvicinarsi ad un territorio non così tanto esplorato dai libri di genere fantasy. Questa lettura è capitata nel momento perfetto, dopo l’ennesima visione del film Disney Coco.
“Nocturna” è una storia ricca di eventi ben costruiti, che alternano l’azione delle battaglie alle vere e proprie nozioni di magia, che è l’elemento che più mi ha fatto impazzire perché determina la cura che la scrittrice ci ha messo per mettere nero su bianco il mondo che aveva nella sua mente. Come per magia, eccolo lì. Anche se può ricordare in parte storie già raccontate da altre autrici che negli ultimi anni stanno cavalcando l’onda del successo, intravedo in questa trilogia qualcosa di speciale e che mi fa pensare che ne varrà davvero la pena continuare a seguirla.