Review Party: Recensione di “Morte di un tossicomane” di M. C. Beaton

Una vita tranquilla ad accudire i suoi adorati animali. Questo ha sempre chiesto Hamish Macbeth, che improvvisamente si ritrova tra le mani un nuovo caso da risolvere. A pochi passi da Lochdubh, a Drim, viene infatti ritrovato il cadavere di Tommy, un ex tossicodipendente le cui cause del decesso sono ora tutte da scoprire.

Non si può mai stare tranquilli, nemmeno quando l’essere un investigatore non ti porta a bramare il successo. Ma ormai le giornate di Hamish passano così: tra un mistero da risolvere e l’altro. Ed è proprio di mistero che si parla di fronte alla morte di un tossicomane, perché scovare gli indizi delle cause risulta incredibilmente complesso.

La struttura delle storie di M. C. Beaton ormai la conosciamo bene, ma è proprio questo elemento che può trarre in inganno. Hamish si ritrova ad avere a che fare con una materia come la droga, un ambiente più articolato di quanto si possa pensare. Sotto copertura, partono le sue indagini, con un taglio tra il serio e l’umoristico tanto caro all’autrice.

Sembra banale dirlo, ma questo libro crea dipendenza. Nulla è mai come appare al primo sguardo e Hamish dovrà aguzzare l’ingegno per scoprire cosa c’è sotto. Il suo è un personaggio che si ama per l’innocenza e l’ingenuità e per le dinamiche sentimentali che l’hanno sempre contraddistinto nel bene e nel male.

Il personaggio di Olivia Chater, inoltre, porta un po’ di novità nella sua vita, in un modo unico e intraprendente. Regala delle belle sorprese, grazie a una determinazione che risveglia Macbeth stesso. La donna sarà la prima ad aiutarlo a risolvere il caso, anche quando le circostanze saranno sfavorevoli.

Il romanzo scorre lineare e soddisfa nel complesso, come tutti i precedenti. Di Hamish Macbeth non ci si stanca e piuttosto ci si prepara alla pubblicazione del libro successivo.

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