“È l’umido che ammazza” di Filippo Venturi è caratterizzato da un personaggio indimenticabile: Emilio Zucchini, un protagonista per cui si può perdere la testa.
Emilio Zucchini nasce nell’estate del 2018, quando il suo creatore, Filippo Venturi, pubblica la prima delle sue avventure: “Il tortellino muore nel brodo”. Si tratta di un romanzo investigativo ma al contempo leggero ed esilarante.
Emilio sembrerebbe un signore come tanti, con una vita come tanti. Ma dietro il suo essere ristoratore e proprietario della trattoria La vecchia Bologna, si nasconde l’attività amatoriale di investigatore. Scapolo convinto nonché rispettoso in modo quasi religioso della sua amata cucina bolognese.
Un po’ per caso, un po’ per sua curiosità, si ritrova in mezzo a rocambolesche situazioni, che sembrano surreali ma che in realtà nascondono un pizzico di verità. Dopo lo scontro con tre rapinatori legati alla malavita, nel secondo libro “Gli spaghetti alla bolognese” Zucchini dovrà fare i conti con il furto della Madonna di San Luca, perché è il suo stesso ristorante a rimanerne in qualche modo coinvolto.
Questo terzo volume, “È l’umido che ammazza”, si colloca a fine 2020, durante uno dei momenti più bui della nostra storia. Per un ristoratore come lui, le cose sono drasticamente cambiate, dal modo in cui servire ai tavoli al vero e proprio rapporto con i clienti. Un omicidio truculento e la scomparsa della sua collega preferita, porteranno l’uomo a fiondarsi in una ricerca folle e nobile al contempo.
La particolarità migliore di Emilio Zucchini? Che condivide il background di oste con il suo creatore Filippo Venturi. Che abbia anche lui una vita segreta?