Bettina sa che può fidarsi del suo intuito quando pensa al proprio cognato come a una persona deplorevole. Ne è fermamente convinta da dieci anni, da quando Sir Nigel ha preso in sposa sua sorella Rosalie portandola da New York a Londra, facendo in modo che la donna rompesse i rapporti con la sua famiglia d’origine. Ora, non più bambina, Betty vuole fare chiarezza sulla situazione della sorella, andando lì dove lei ha cominciato una nuova vita, portando quella ventata di cambiamento che è il simbolo del progresso e di un’epoca che sta per essere surclassata dalla successiva.
Ritrovarmi all’improvviso di fronte a una nuova opera della Burnett mi ha davvero sorpreso. Tra le pagine ho ritrovato il suo stile inconfondibile, ma al contempo miscelato a tanta innovazione da lasciarmi a bocca aperta. “Un matrimonio inglese” conquista proprio per questo: per una narrazione coinvolgente al punto di non potersi staccare fino a fine lettura.
La trama accattivante si sposa perfettamente con i personaggi ben strutturati, di cui si apprezzano i pregi e i difetti, proprio per la precisione con cui tutto viene descritto. Oltre a ciò, l’epoca storica è perfettamente delineata, offrendo ai lettori contemporanei una finestra su un passato affascinante ma al contempo condannabile per certi aspetti culturali.
Molto interessante è anche l’approfondimento dedicato alle differenze sociali tra America e Inghilterra, unite dalle navi che portavano appunto le donne americane a sposarsi e andare a vivere presso le abitazioni degli ereditieri inglesi. Senza, troppo spesso, considerare le conseguenze negative che questo potrebbe comportare. Non si può fare a meno di ammirare Bettina, una figura più avanti del suo tempo, interessata solo a salvare la sorella da un infausto destino, senza provare attraente la vita da donna ricca e sposata.
Nonostante sia piuttosto descrittivo, “Un matrimonio inglese” è un romanzo perfetto e ideale per tutti coloro che vogliono avvicinarsi a quella specifica epoca godendosi nel frattempo una lettura adorabile e imperdibile.