Le minacce del malvagio Mortmain stanno per diventare fatti reali e devastanti. L’Istituto si impegna perché questo non avvenga, continuando nell’azione di protezione di Tessa, che ancora non è fuori pericolo. Le sicurezze date dal fidanzamento con Jem vacillano con le attenzioni di Will, che ancora pensa a lei e che vorrebbe poterla difendere come solo un compagno di vita può fare. Ma Tessa sa bene che deve contare solo sulle sue forze per impedire che il male devasti Londra. L’unico modo che rimane è prendere coscienza dei suoi poteri e imparare finalmente a controllarli.
Siamo giunti alla fine della trilogia delle Origini, The Infernal Devices mi ha addossato una tale quantità di nostalgia che mi ha sorpreso, tanto è stata forte. Rileggere questa storia, sapendo già l’epilogo, ha reso ancora più doloroso l’insieme, inaccettabile anche dopo anni. Non solo, questa lettura mi ha aiutato a fare mente locale su diversi elementi di trama che con il tempo avevo sinceramente dimenticato, soprattutto i richiami a “La catena d’oro”, uscito quest’anno in tutto il mondo e ambientata dopo la trilogia in questione.
Tradimenti e alleanze, bene e male, amore e odio. Elementi tipici della Clare, che qui tornano prepotenti realizzando una storia intensa e commovente. La ricorderò sempre con affetto, facendomi travolgere ogni volta dalle emozioni e dai ricordi.