Tanto per cominciare, il nonno non c’era più.
Così viene sconvolta improvvisamente la vita del giovane Rintaro, che reagisce all’evento sprofondando in una tristezza senza controllo che sembra avergli portato via la capacità di parlare. Gli altri, però, non riescono a comprendere la sua reazione, vedendo esternamente un ragazzo taciturno e più introverso degli altri.
Ma con la scomparsa del nonno, Rintaro prende in eredità la Libreria Natsuki, un luogo meraviglioso in cui sentirsi in pace, attorniati dalla compagnia di grandi maestri della letteratura. Ma il mondo, sempre più frenetico, non ha tempo di leggere, perdendo addirittura la passione e l’interesse per questo splendido passatempo. Com’è possibile riuscire a salvare un’attività del genere, che ora rischia seriamente il fallimento?
È nell’ennesimo momento di sconforto che dalla soglia del negozio fa la sua entrata in scena un gatto speciale, in grado di parlare e comunicare così con Rintaro, assegnandogli una missione che cambierà per sempre la sua vita: salvare i libri e il potere della lettura.
Avete presente quando si dice che non si può giudicare un libro dalla copertina? Ecco, il romanzo di Sosuke Natsukawa è il classico esempio che rappresenta uno strappo alla regola. Fin da quando i miei occhi si sono posati sull’illustrazione suggestiva, unita all’ambientazione giapponese, sono stata percorsa da brividi incontrollabili che si sono intensificati non appena ho cominciato sul serio ad addentrarmi tra le pagine.
La tematica del lutto è qualcosa con cui ogni volta faccio a pugni in quanto non riesco a gestire, ma che a ogni lettura è come se in qualche modo riuscissi a sentirmi un pizzico meglio. Rintaro trova nella lettura un modo per esorcizzare quanto accaduto al nonno, imbarcandosi così in un’impresa che gli farà superare quel peso doloroso che lo tormenta dentro.
L’elemento fantastico, dato in primo luogo dal gatto Tora e dall’immersione totale nel mondo dei libri, mi ha istantaneamente ricordato le atmosfere emotivamente cariche dei film di Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli, che seguo con passione fin dalla tenera età e che riescono sempre a conquistarmi. Anche il romanzo di Natsukawa è riuscito a toccarmi nel profondo senza deludere le aspettative, soddisfandole pienamente e riuscendo a sorprendermi oltre le previsioni.
“Il gatto che voleva salvare i libri” è un romanzo che mi sento di consigliare non solo per gli amanti della lettura e delle atmosfere orientali, ma anche per chi necessita di una carezza confortante, in grado di smuovere la prospettiva e far guardare il proprio mondo da un punto di vista nuovo, fatto di speranza, amore e felicità.