Review Party: Recensione di “Il mio anno con te” di Julia Whelan

Ella è riuscita a ottenere tutto quello che poteva desiderare: non solo ha vinto una borsa di studio per andare a studiare a Oxford, ma può lavorare a distanza per la campagna elettorale di un politico in lizza. Tutto va a gonfie vele, fino a quando non si scontra letteralmente con Jamie Davenport, colui che scoprirà essere il suo insegnante di letteratura inglese e che rischierà di far diventare il suo migliore anno in Inghilterra in un incubo. Ma solo il tempo e una maggiore conoscenza tra loro farà nascere dei sentimenti di amore e fiducia.

“Il mio anno con te” si presenta come un romanzo semplice e lineare, ma che nasconde in sé dei misteri che incuriosiranno il lettore nel portare a termine la lettura. Misteri caratterizzati soprattutto da alcuni segreti di Jamie e che cercherà di nascondere a tutti i costi. Ma quando Ella ne verrà a conoscenza quale potrebbe essere la reazione più consona alla situazione?
Tutto parte come un gioco, ma i reciproci sentimenti svelano lati dei due personaggi che l’altro non si aspetterebbe. Per questo non è facile scegliere come affrontare le difficoltà, perché una presa a cuor leggero non è più possibile. La storia di Ella e Jamie diventa quindi un continuo mettere in discussione le decisioni, lasciando da parte il romanticismo per fare posto a priorità più concrete che potrebbero compromettere non solo il loro rapporto ma il futuro individuale.

In questo la Whelan ha saputo scrivere un’opera ben equilibrata tra commedia e dramma, soffermandosi su temi importanti dando comunque spazio alla leggerezza che rende nel complesso “Il mio anno con te” una lettura spensierata, scorrevole e veloce da portare a termine.

Review Party: Recensione di “Esprimi un desiderio, anzi tre” di Liane Moriarty

Quali possono essere le dinamiche che portano un trio di donne a prendersi a forchettate durante la cena del loro trentaquattresimo compleanno? Cat, Gemma e Lyn sono tre sorelle gemelle che nella vita hanno letteralmente fin da subito condiviso ogni cosa: le loro diversità individuali non le hanno mai fatte separare e l’amore che provano l’una per le altre farebbe impallidire qualsiasi legame consanguineo. Eppure, quella sera fatidica, qualcosa scatenerà la ferocia di Cat, che attaccherà Gemma a colpi di forchetta e costringerà Lyn a chiamare d’urgenza un’ambulanza.

Un salto nel passato fa conoscere al lettore queste tre esuberanti donne, che faranno divertire e riflettere in un concatenarsi di avvenimenti frenetici che trascineranno fino al presente, ricostruendo i pezzi di un rapporto tanto idilliaco quanto pieno di difficoltà interne. Questo avviene perché anche se gemelle, quindi biologicamente portate a essere simili, ognuna di loro è indipendente dalle altre per ambizioni, carattere e interessi, che possono conciliarsi quanto irrimediabilmente cozzare a giorni alterni.

Nel complesso comunque ci troviamo di fronte a una commedia romantica che a tratti ricorda i melodrammi teatrali, con un’atmosfera leggera e scorrevole e che intrattiene piacevolmente fino alla fine. La quotidianità, con i suoi alti e bassi, è la vera protagonista dell’intera opera e grazie al suo stile di scrittura la Moriarty riesce a non appesantire attraverso dei dialoghi frenetici e spassosi. Oltre a ciò viene evidenziata l’importanza dell’amore e il sostegno umano che non deve mai mancare nella vita di una persona, d’importanza viscerale per affrontare anche la minima difficoltà in un’ottica positiva. Cat, Gemma e Lyn indagano sul loro rapporto, ricordando l’unione, sfaldandola, per poi infine ricomporla, in un cerchio fatto di lotte e riappacificazioni volte solo al miglioramento della situazione di ognuna.

“Esprimi un desiderio, anzi tre” è un romanzo ricco di avvenimenti ma che scorrono via leggeri attraverso la spensieratezza che si respira, offrendo una lettura veloce e d’intrattenimento che saprà distrarre dal clima caldo che ci apprestiamo ad affrontare.

Review Party: Recensione di “Amore a prima vista” di Margaret Storm Jameson

Dopo il dramma della guerra, Hervey Russell sembra condurre la vita che ha sempre desiderato, grazie a un lavoro che riesce a soddisfarla presso la redazione della London Review. Eppure, il matrimonio non va a gonfie vele, semplice schermo che giustifica una coppia diventata un trio. Il freddo dell’inverno le porterà una riunificazione che ha il calore della famiglia: Nicholas Roxby torna inaspettatamente nel suo quotidiano, ma non come l’uomo che lei ricordava. La guerra lo ha cambiato, spazzando via i sogni della gioventù e lasciando spazio solo alla rassegnazione e al disinteresse per qualsivoglia cosa.

La visione l’uno dell’altra in mezzo al gelo invernale sarà per loro un punto di svolta, in grado di cambiare per sempre le loro vite.

Attraverso un personaggio incredibilmente forte e indipendente, Margaret Storm Jameson affronta nel suo romanzo, secondo di una trilogia, tematiche profonde che fanno sì che il lettore possa riflettere su condizioni sociali storicamente lontane ma costantemente attuali e presenti. La battaglia per riconoscere i diritti della donna è più che mai presente, così come il ruolo della stessa nel contesto famigliare: la protagonista non è solo moglie e madre, ma colei che agisce responsabilmente compensando le mancanze del marito, un uomo svogliato e disinteressato, non attento alle necessità di chi gli sta intorno. Quando quindi Nicholas inizia a rivolgere delle attenzioni alla donna, Hervey reagisce in un modo contrastante, volendo rimanere fedele a sé stessa e ai suoi principi ma riconoscendo quanto le siano mancate determinate sensazioni legate principalmente alla sfera sentimentale.

L’autrice cala il tutto in un contesto storico ben definito ma non pesante per le vicende, che sono sempre su un alto livello di interesse e che incuriosiscono capitolo dopo capitolo. Non vedo l’ora di poter leggere anche il terzo libro, che spero possa essere il coronamento di una trilogia particolare ed emozionante.

Review Party: Recensione di “Un amore qualunque e necessario” di Mary Beth Keane

Nella piccola cittadina di Gillam hanno sede le dimore delle famiglie Stanhopes e Gleeson. Peter e Kate si conoscono da sempre e anche se hanno la fortuna di vivere vicini arrivano da realtà totalmente diverse. Povero lui e agiata lei, riescono a condividere il proprio quotidiano, anche quando una tragedia si presenta alle famiglie e la separazione si ritiene necessaria. Ma quello che li ha sempre legati e che col tempo muta in amore, riuscirà a far trovare loro la strada per riunirli, oltre ogni difficoltà, anche il tempo che passa.

In questo brillante romanzo, Mary Beth Keane esplora le vicende di due famiglie appartenenti a ceti differenti descrivendo con emotività e precisione attraverso successi e sconfitte, sprazzi di dolore e momenti di felicità. Il parallelismo tra Gleeson e Stanhopes dà ritmo alla narrazione e i punti di vista differenti e molteplici danno modo al lettore di indagare una sola scena sotto prospettive diverse, ricostruendo pian piano i pezzi e collegando ogni punto. L’autrice sembra voler prendersi cura dei suoi personaggi, offrendo una descrizione quanto mai precisa e realistica: l’intelligenza di Peter nell’affrontare anche la situazione più drammatica, come la malattia mentale, è necessaria a Kate per non perdere la sua positività anche di fronte a un fatto imprevisto che d’impatto non saprebbe come gestire. Ogni mancanza di un personaggio viene compensata dall’azione di un altro, così da sostenersi vicendevolmente nelle scelte da prendere. Un aspetto interessante è come le tematiche vengano riproposte in maniera differente in base al periodo storico in cui ci si trova: è un buon espediente per dare l’idea del tempo che passa e soprattutto per mostrare come cambia l’approccio in base a nuove scoperte e conoscenze. Oltre a ciò viene data particolare importanza alla reazione emotiva dei personaggi agli eventi in cui sono calati, mostrando tristezza e disperazione ma esaltando nel complesso l’ottimismo e la forza dell’amore, necessario per sconfiggere il clima straziante che attanaglia il lettore e che conclude la lettura con un forte senso di speranza per la vita.

Ora non ci resta che aspettare la serie tv in programma, sono veramente curiosa di scoprire come avranno adattato questo meritevole libro.

Recensione: “Inside Job: Viola” di Monica Lombardi

Finalmente si torna a seguire le vicende della nuova spy-squad targata Monica Lombardi! Non vedevo davvero l’ora di andare avanti con la lettura, quando ho trovato la mail con il file gentilmente concesso dall’autrice sono andata in fibrillazione!

Come avevo intuito, fortunatamente si entra ora nel vivo delle indagini di Adam e compagni, con l’intento di smascherare i De Wit e le loro illegali macchinazioni. Ognuno in un ruolo differente e a contatto con bersagli differenti, i tre della Inside Job marchiano la missione con il loro personale stile, attraverso non solo la professionalità che li contraddistingue, ma anche con quel guizzo di spavalderia che farà divertire il lettore ma al tempo stesso correre dei rischi e compromettere il duro lavoro di tutti in un attimo.

A complicare ancora di più la situazione sono le dinamiche interne, che legano e fanno scontrare Viola, Adam e Noah e che qui si fanno ancora più intricate e intriganti. Il punto di vista della donna, come si evince dal titolo, è maggiormente ampliato e indaga sia sul suo passato che sui pensieri che la tormentano nel presente. Essere stata privata dell’amore fin dall’infanzia le fa temere costantemente l’abbandono e il tradimento, anche da chi meno lei si aspetterebbe. Ma spesso questi sono solo tormenti volti a confondere e far soffrire, annebbiando quella che è l’effettiva realtà delle cose.

Più della coppia Adam-Viola amo follemente il rapporto tra tutti e tre loro, in continuo bilico tra intenso amore e innumerevoli difficoltà di comunicazione: a volte basta fermarsi un istante e sorreggersi vicendevolmente, in un abbraccio che sappia confortare, rafforzare e far fare pace con ciò che c’è già stato. La psicologia di ogni personaggio è qui ancora più dettagliata, dimostrando la cura e la dedizione che ha Monica Lombardi per le sue creazioni. Rinnovo la mia curiosità per Noah, che ancora è colui che rimane avvolto nel mistero e sono certa che mi colpirà nel profondo scoprire il suo punto di vista, sulla vita attuale e passata. La terza parte rappresenterà di certo il simbolo del rapporto tra loro tre: la chiusa di un cerchio che renderà il loro legame indissolubile.

Manca sempre troppo alla parte successiva, ma ho grandi aspettative per la conclusione di questa storia, che sono certa non verranno affatto deluse.