Blog Tour: Recensione di “Firefly – Dammi un’altra identità” di Marianna Calandra
Questa è una storia dalle tinte fiabesche. Con la fine del liceo, Melanie perde il contatto con il mondo, complice il fatto che i genitori siano via per tutta l’estate e che lei abbia perso i legami con le amiche. Il tormento della fine della relazione con Kevin, la fa cadere in una spirale di paure ed incertezze che la porta all’apatia totale, ogni giorno che passa.Review Party: Recensione di “La vendetta dell’imperatore” di Clive Cussler
A Sant’Elena, il 28 aprile 1821, Napoleone Bonaparte trova uno spiraglio di salvezza, che potrebbe ricondurlo di nuovo ai vertici di gloria affossati dall’umiliazione. Invece, contro ogni sua previsione, si ritrova invischiato in qualcosa che va al di là della sua comprensione e del suo tempo, un enigma che risorge solo 200 anni dopo di lui.Segnalazione: “Social in love” di Tiziana Cazziero
o di Leila, incuriosita, cede e comincia un’amicizia virtuale in chat. La madre e l’amica Lorella vogliono che Leila trovi un ragazzo, si innamori nuovamente e sia felice. Lei però pensa che la felicità non sia legata a un uomo. Allo stesso modo la pensano anche le amiche del gruppo, nessuna deve avere alcuna relazione chi cede al corteggiamento di un uomo è allontanata. Leila decide di vivere un momento di rilassamento, non cerca l’amore, ma sarà l’amore a trovare Leila. Henry sarà quello giusto? Forse, peccato che nasconda un piccolo segreto. Tra incomprensioni, brutte figure, chat infuocate, screen e immagini rubate con liti e baruffe, Social in Love assicura amore, divertimento e sane risate.
Recensione: “Olga di Carta – Jum fatto di buio” di Elisabetta Gnone
« Guardò verso l’alto: non aveva pensato che il vuoto lasciato dal bosco avrebbe aperto la strada al cielo. E che da esso sarebbe venuta la magia che in quel momento, davanti ai suoi occhi, stava creando un nuovo mondo, solo per lei. »
In una gelida giornata d’inverno, nel paese di Balicò, Olga Papel ricominciò a raccontare.I paesani l’attendevano, come il sole al mattino, per tornare a fantasticare su quelle stravaganti storie. Fino ad allora avevano provato come un vuoto, una mancanza. La sua assenza era uno squarcio da ricucire. Tra un brivido e l’altro, sia di freddo sia di timore, chi ascolta arriva a scoprire che stavolta il protagonista è proprio quel vuoto.
Jum è il suo nome, invisibile e inudibile.
Fatto di buio, nel silenzio si muove rumoroso, solo l’anima lo può percepire. Sussurra parole malevoli e si nutre di lacrime, specchio di un dolore così intenso da lasciare traccia. Perché quando si perde qualcosa, il vuoto esiste, e assorda e abbaglia.
Se non è vero che Olga ha vissuto ognuna delle sue avventure, si può stare certi che chiunque alla presenza di Jum si sia sentito al centro di tutto. Il dolore allontana, ma accomuna chi come un libro vuole aprirsi e mostrare le proprie pagine: Olga, sottile come carta, è pronta a sfiorarle e risanarle.
Esattamente come la sua creatrice, Elisabetta Gnone, che come una musa giunge ancora una volta al cuore di chi legge le storie da lei scritte. Mi sono sempre sentita al sicuro nel suo mondo di fantasia e stavolta posso affermare che più che essere tornata bambina ho trovato un nuovo modo per essere adulta.
Quando si cresce si trova molta più difficoltà a gestire gli eventi dolorosi di quanto non si riesca a fare da piccoli. Il carico della vita è sempre più sovrastante e concreto, così come gli impedimenti e gli imprevisti che adesso tocca affrontare in prima persona. Inutile negarlo: ci si sente persi. Come se qualcosa non fosse al suo esatto posto. Ma nell’oscurità bisogna sempre trovare il modo di sorridere e la nuova storia di Olga serve proprio a questo. Scaccia la paura per fare posto alla meraviglia, che si scova frammento dopo frammento in ogni pagina, fino al finale che sprona ad un nuovo atteggiamento e modo di pensare.
Per citare un’altra grande maestra di vita, colei che ha creato il mago più famoso del mondo: “La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi… se solo uno si ricorda di accendere la luce.”
Che di un libro se ne etichetti il genere è ormai cosa consueta. Ma “Jum fatto di buio” è libero da identificazioni, impreciso come il vuoto perché si adatta ad ogni persona che lo prende in mano. Sa parlare al singolo in maniera personale e segreta.
Tu, lettore, fatti custode dei preziosi insegnamenti e vivili, portando con te la magia che aleggia innominata nelle parole di Olga. Ridi, osserva il tuo Jum e ridi. Solo così saprai colmarlo e da ogni caduta ti rialzerai più forte.





