Review Party: Recensione di “La leggenda dell’Azteco” di Clive Cussler


« I ciechi occhi azzurri di un uomo fissavano l’eternità dalla sua prigione di ghiaccio, con un’espressione perplessa, serena. Era aggrappato a ciò che restava di una vela strappata, con l’incolta barba bionda chiaramente visibile malgrado il pesante mantello di pelliccia in cui si era avvolto, nel vano tentativo – fatto secoli prima – di sottrarsi all’inevitabile. »


Grazie a Longanesi, Clive Cussler torna oggi in libreria con un nuovo emozionante libro: “La leggenda dell’Azteco”.

Sulla fredda isola di Baffin, Sam e Remi Fargo si trovano di fronte ad una sensazionale scoperta: un drakkar vichingo completamente intatto, così come il suo equipaggio rimasto a bordo. Cristallizzati nel tempo, immutati a causa del ghiaccio che li ha bloccati nella sua morsa mortale. Affascinati dalla storia legata a questa flotta, i coniugi trovano degli artefatti lontani dai passeggeri della nave: arte precolombiana, giunta lì dal Messico.
Sembra impossibile, ma un collegamento tra vichinghi e aztechi c’è.
L’entusiasmo degli studi porta Sam e Remi a dover fare i conti con crudeli predoni che, venuti a conoscenza della scoperta, faranno di tutto per impossessarsene e guadagnarne quanto più possibile.

Il sole cocente e i venti gelidi toccano la pelle del lettore come se fosse anche lui al fianco dei protagonisti, inseparabili e frizzanti, nonostante le circostanze critiche.
Clive Cussler ha un potere particolare su di me, perché nonostante siano ormai molte le avventure da lui create, affiancato da altri scrittori e alle prese con protagonisti con un’anima propria, sempre pronti a scivolare via dal suo controllo, sa sempre come incantarmi fin dalle prime parole del prologo. Vengo catturata dalle atmosfere da brivido, al limite tra realtà e finzione. Non ho mai viaggiato, ma grazie a Cussler esploro ogni volta meraviglie uniche, mettendo in gioco tutti i sensi per conoscere appieno civiltà lontane e vicine, che spesso si rincorrono e collegano con motivazioni tra le più improbabili, ma coerentemente con la storia narrata.
Le “Fargo Adventures” sono le storie che maggiormente preferisco, perché mescolano a regola d’arte i momenti di tensione a quelli di relax, ritmando gli eventi quel tanto che basta per far scorrere la lettura tutta in un fiato.

Review Party: Recensione di “La vendetta dell’imperatore” di Clive Cussler

« Il resto della forza d’assalto libica superò la duna. Nazari
aveva due alternative: scappare o affrontarla. Poiché le probabilità
di fuga erano minime, rivolse un ultimo sogghigno a Juan e decise di voltarsi a combattere.»

A Sant’Elena, il 28 aprile 1821, Napoleone Bonaparte trova uno spiraglio di salvezza, che potrebbe ricondurlo di nuovo ai vertici di gloria affossati dall’umiliazione. Invece, contro ogni sua previsione, si ritrova invischiato in qualcosa che va al di là della sua comprensione e del suo tempo, un enigma che risorge solo 200 anni dopo di lui.
Tra Algeria e Monaco si susseguono senza controllo inseguimenti, hackeraggi, rapimenti e ricatti. Tutto è nelle mani di Juan Cabrillo, eroe contemporaneo che farà di tutto per riassestare equilibri economici che rischiano di scoppiare, trascinando a fondo milioni di persone. Perché quando di mezzo c’è il potere, è come se la mente umana si annullasse, impazzendo e offuscando ciò che davvero è importante.
Di fronte alla possibilità d’impossessarsi di un tesoro tanto antico quanto prezioso, giunge il momento di solcare gli oceani, fuggire, temere la morte e infine trionfare.
Leggendo “La vendetta dell’imperatore”, posso affermare con certezza che l’abilita di Clive Cussler sia prendere degli elementi apparentemente scollegati per unirli in un’avventura adrenalinica, piena di azione e colpi di scena. Non è possibile riuscire ad inquadrare fin da subito la situazione, perché lo scrittore sa bene in quali punti celare i propri assi, calandoli al momento davvero opportuno e sorprendendo chi legge, che può solo prendere le redini della storia saldamente ma lasciare che sia lei a condurre le danze degli eventi, senza imporre alcun controllo.
TAPPE:

Review Party: Recensione di “In mare aperto” di Clive Cussler e Justin Scott

« Per quanto reale, la sensazione di essere osservato era del tutto irrazionale. Un’ombra gli passò accanto, rapidissima. Beiderbecke si fece piccolo piccolo, nascondendosi in una nicchia tra due gigantesche nervature d’acciaio. Si appiattì contro il metallo che vibrava, caldissimo al tatto, quasi che le fiamme che alimentavano quel colosso di nave ardessero proprio dietro di lui. »

Con il Review Party di oggi vi presento il nuovo libro di Clive Cussler: “In mare aperto”, scritto in collaborazione con Justin Scott ed edito in Italia da Longanesi. Da oggi, potete acquistare il libro su Amazon, negli store online e in tutte le librerie.
Di seguito vi lascio l’elenco dei blog con cui ho collaborato:
Transatlantico britannico Mauretania, 1910. Il detective Isaac Bell conosce e trae in salvo due scienziati, Franz e Clyde intenti a proteggere dalla nemica Germania una misteriosa invenzione, mentre uno dei due aggressori si lancia senza esitazione in mare aperto, apparentemente scomparendo nel nulla. La paura, però, lascia temporaneamente posto all’amore: il matrimonio tra Isaac e Marion porta gioia e spensieratezza sulla nave, come ad esorcizzare l’inquietudine della lontananza dalla terra ferma.
Eppure, la curiosità per quella strana scoperta e per la scomparsa di un uomo nell’oceano non darà tregua a Bell, che comincerà ad indagare fino a scoprire che anche uno dei due scienziati, all’improvviso, sparisce nel nulla. Può davvero il mare inghiottire in sé qualsiasi cosa?
Non ho potuto fare a meno di rimanere impressionata da questa storia fin dalla prima pagina. La scrittura dei due autori è coinvolgente e scorrevole ed è inevitabile provare una costante tensione nel corso di tutta la storia. Anche se l’ambientazione è temporalmente lontana da noi, il peso storico non si fa sentire per nulla: capita spesso di imbattersi in thriller collocati in un’altra epoca che risultano prolissi e lenti. Con Cussler non c’è timore di perdersi nel tempo, ma piuttosto di rimanerne tanto rapiti da non volersene andare. Specie quando c’è la possibilità di imbattersi in personaggi particolarmente noti. Le descrizioni sono dettagliate ma di facile lettura e si amalgamano perfettamente alle scene d’azione che non mancano di sorprendere.
“In mare aperto” è una lettura che consiglierei a tutti, anche a coloro che vorrebbero iniziare a leggere qualcosa del genere ma non sanno come orientarsi. Isaac Bell saprà essere una bussola perfetta nell’oceano sconfinato.