Recensione: “Morgan Lost” di Claudio Chiaverotti

« Un cacciatore di serial-killer è lui stesso un pazzo, tormentato da incubi che cerca malamente di allontanare, distogliendo lo sguardo… come seppellire uno zombie pochi centimetri sottoterra » 


Dopo mesi di silenzio, torno sul blog per parlare di quello che ultimamente è sicuramente uno dei fumetti più chiacchierati del momento: Morgan Lost, ultima creatura della Sergio Bonelli Editore che prende vita grazie alla mente di Claudio Chiaverotti (sceneggiatore di Brendon) e ai disegni di Michele Rubini.
L’albo, “L’uomo dell’ultima notte”, è uscito in edicola il 20 Ottobre e avrà cadenza mensile. Con questa storia si ha una sorta di ritorno alle origini: al contrario di Orfani o Lukas, la serie non è stata concepita in stagioni bensì su vasta scala, “Finché dura”, come dichiarato da Chiaverotti.

Prima di essere un eroe, Morgan Lost è un uomo come tanti altri, proprietario di una sala di proiezione di B-Movie, felicemente fidanzato con Lisbeth. La sua vita, in una notte, cambia radicalmente. Per lui è impossibile dimenticare, perché da quel momento in poi, ogni volta che si guarderà allo specchio, vedrà sul volto una maschera nera tatuata. Diventa, così, uno dei più conosciuti cacciatori di taglie della città. Nessun potere, solo la volontà di esorcizzare i propri demoni.

Ci troviamo quindi catapultati a New Heliopolis, una metropoli selvaggia e al limite della follia, in cui le star in voga sono i serial killer, i “mostri” più crudeli del momento. Il notiziario ne presenta una carrellata su grande schermo, mentre la folla acclama e incita la conduttrice a proseguire. 
In ogni pagina l’atmosfera è fredda come la neve che cade incessante e inquietante come i tormenti che arrivano dall’oceano e che appaiono agli occhi del protagonista con tinte bianche e nere smorzate da sprazzi rossi come il sangue.
“…ma su una cosa Finker ha ragione: sono diventato un cacciatore. A volte posso sentire l’urlo della città, ed è come se ci fossi solo io… la notte… e tutti i mostri là fuori. Non esiste niente di più bello.
Le premesse per una storia thriller di successo, dai toni pulp tipici dei migliori film del genere, ci sono tutte. Rispetto ad altri personaggi Bonelli, risulta più semplice per i lettori immedesimarsi in questo uomo, armato solo di una pistola, e in questo mondo, metafora di una società sempre più in decadenza. L’attenzione non cala mai, fino all’ultima pagina; si è sempre più curiosi di scavare non solo nel passato del protagonista, ma soprattutto nel futuro, conoscere i nemici che si ritroverà ad affrontare e gli incontri all’apparenza casuali ma inevitabili. Questo primo numero lascia diversi spunti di riflessione ma anche tanti interrogativi che, possiamo avere la certezza, verranno risolti nei prossimi episodi.

Al momento siamo al fine primo tempo, ma affrettatevi a rimediare la lettura e ad accomodarvi per la seconda parte: “Non lasciarmi” sarà in edicola dal 19 novembre.